Diritti

I crimini inglesi in Afghanistan

Secondo una recente indagine della Bbc, le forze speciali inglesi avrebbero ucciso deliberatamente 54 cittadini afghani tra il 2010 e il 2011. Le atrocità sarebbero poi state occultate
Squadrone della Sas durante un raid notturno in Afghanistan
Squadrone della Sas durante un raid notturno in Afghanistan Credit: bbc.com
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21 luglio 2022 Aggiornato alle 11:00

Nuovi orrori continuano a emergere dalle inchieste sulla guerra in Afghanistan, conclusasi nel 2021 dopo 20 anni di combattimenti. Una recente indagine portata avanti dalla Bbc ha scoperto una serie di report militari riguardanti un’unità del Sas (Special Air Service), sospettata di aver ucciso deliberatamente 54 cittadini afghani fra il novembre del 2010 e il maggio del 2011, nella provincia di Helmand.

Lo squadrone delle forze speciali inglesi si sarebbe macchiato di gravissimi crimini durante una serie di raid notturni condotti contro le forze talebane, dove diversi membri dell’esercito inglese avrebbero sparato a civili disarmati. Le atrocità poi sarebbero state occultate modificando la scena del crimine, collocando apposta dei fucili AK-47 accanto alle persone assassinate in modo da far sembrare che fossero dei combattenti.

Un alto ufficiale inglese che ha lavorato al quartiere generale delle forze speciali ha raccontato alla Bbc delle forti preoccupazioni che erano emerse all’epoca: «Troppo persone erano state uccise nei raid notturni e le spiegazioni non avevano senso. Una volta che una persona è detenuta, non dovrebbe morire. Il fatto che accadesse di continuo era fonte d’allarme per il comando. Ai tempi era chiaro che c’era qualcosa che non andava».

Di fronte a questi molteplici sospetti nel 2014 la polizia militare diede il via all’Operazione Northmoor, un’investigazione sulle accuse riguardanti circa 600 soldati delle forze britanniche operanti in Afghanistan, incluso il Sas, che venne successivamente chiusa nel 2019 senza aver trovato prove di atti criminali. A riguardo la Bbc ha scoperto che l’ex capo delle forze speciali inglesi, il generale Sir Mark Carleton-Smith, informato delle sospette uccisioni, non passò le evidenze alla polizia militare, anche dopo che erano iniziate le investigazioni.

Di fronte alle nuove accuse il ministro della Difesa inglese ha ribadito che «nessuna nuova prova è stata presentata, ma la polizia considererà nuove accuse nel caso dovessero venire alla luce nuove evidenze».

Il caso inglese ricalca molto da vicino quello australiano, avvenuto negli anni scorsi, quando una commissione trovò “prove credibili” su diversi membri delle forze speciali australiane, accusate di essere responsabili dell’omicidio di 39 persone, fra prigionieri, contadini e civili afghani, fra il 2009 e il 2013.

Una serie di crimini che si sono ripetuti più volte durante la guerra in Afghanistan e che hanno visto anche condanne molto pesanti emesse nei confronti di alcuni soldati, fra cui quelli americani. Ma che allo stesso tempo testimoniano la brutalità della guerra condotta dalle forze occidentali e i numerosi errori e atti criminosi celati dalle leadership nel corso degli ultimi due decenni. Tanto che il deputato australiano Andrew Hastie ha denunciato: «Se non ci assumiamo la responsabilità delle condotte illegali sul campo di battaglia in Afghanistan, con quale standard possiamo condannare i russi per gli atti di barbarie in Ucraina? »

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