Economia

Quanto grano mangiamo?

In attesa di capire se Kiev e Mosca troveranno un accordo sull’export, un’analisi dell’Economist mostra come oltre metà della produzione del cereale viene oggi impiegata per alimentare animali da allevamento e per i biocarburanti
Credit: Abdul Rauf Khalid/unsplash
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16 luglio 2022 Aggiornato alle 20:00

In questo periodo di siccità, dove preservare l’oro blu è fondamentale, sulla rete spesso si ricorda come “sprechiamo” ancora troppa acqua, destinata per esempio ai vestiti o agli allevamenti animali.

Anche se con logiche differenti, nel tentativo di raccontare un’altra crisi - quella del grano bloccato dal conflitto fra Russia e Ucraina - di recente l’Economist ha tentato di analizzare quanto grano viene direttamente mangiato dagli esseri umani e quanto impiegato invece per mangimi animali o biocarburanti. Dai dati raccolti, è emerso che la maggior parte non viene mangiato dalle persone.

Attualmente la crisi del grano sembra essere un serissimo problema per alcuni Paesi del mondo (vedi stati dell’Africa) collegati all’approvvigionamento del grano che proviene dal territorio ucraino. In attesa di capire se ci sarà l’accordo fra Mosca e Kiev per creare a Istanbul un centro di coordinamento sui corridoi per l’esportazione di grano dall’Ucraina nel mar Nero, mossa che potrebbe diventare realtà ma per ora è soltanto nelle parole dei vari ministri, i prezzi del grano sono generalmente schizzati alle stelle.

Se i nuovi tentativi di accordi dovessero saltare e l’Ucraina continuerà a restare tagliata fuori dall’export, la produzione di grano per continuare ad alimentare il mondo, “dovrebbe essere spostata da un’altra parte?”, si chiede l’Economist. “In realtà il grano è già più che sufficiente per soddisfare i bisogni dell’umanità”.

“Il problema è che il 43% viene bruciato come biocarburante o utilizzato per nutrire gli animali. Ciò equivale a sei volte la produzione di grano di Ucraina e Russia messe insieme”, si legge nell’analisi.

Se si considerano anche altri usi vari, di fatto meno della metà del raccolto mondiale di grano viene consumato direttamente dalle persone: “Quasi un decimo è stato convertito in biocarburante, utilizzato principalmente per alimentare le auto. Ma la parte del leone è andata agli animali. Secondo i nostri calcoli, se la popolazione mondiale di suini fosse un Paese a sé si collocherebbe in cima alla classifica dei consumi di grano. Complessivamente, dal 2010 al 2019 la quantità di grano utilizzata per l’alimentazione degli animali è aumentata da 770 milioni di tonnellate all’anno a 987 milioni”, si legge nell’articolo.

Chiaramente, gli animali nutriti con grano poi generano cibo che arriva alle persone sotto forma di latticini, carne e uova, ma secondo gli analisti, esattamente come per l’acqua usata per gli allevamenti intensivi, si tratta di un processo “altamente dispendioso”, motivo per cui i vari Paesi - anche in risposta alla guerra - dovrebbero iniziare a valutare altre forme (insetti compresi) per alimentare gli animali o per il mercato dei biocarburanti.

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