Ambiente

Comunità: dovremmo imparare dagli elefanti

Uno studio racconta come i piccoli pachidermi rimasti orfani vengano supportati e aiutati dai coetanei del gruppo grazie a specifiche forme di sostegno sociale
Credit: Marthijn Brinks/unsplash
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16 luglio 2022 Aggiornato alle 11:00

In periodi di difficoltà forse dovremmo essere tutti un po’ elefanti. Sostenerci l’un l’altro indipendentemente dall’età, dal percorso di vita, da quanto ci è capitato. Farebbe bene alla nostra salute.

I pachidermi - hanno scoperto di recente alcuni ricercatori - lo fanno: non solo vivono strettissimi legami con il proprio gruppo, ma attuano anche forme di sostegno sociale che aiutano per esempio gli orfani a sopravvivere, attenzioni sociali che hanno impatti anche fisiologici.

Nella sua ricerca pubblicata su Nature, Jenna Parker, ecologista della Colorado State University, insieme ai colleghi voleva capire per esempio le conseguenze del bracconaggio su alcuni elefanti africani.

Tra il 2009 e il 2013 nelle zone del Kenya, che stava studiando, i criminali hanno ucciso dozzine e dozzine di elefanti per ottenere l’avorio: di conseguenza tanti piccoli sono rimasti orfani.

Solitamente, fino agli otto o nove anni di età un elefantino difficilmente si allontana molto dalla madre, sta sempre nel raggio di una decina di metri: il loro, come quello con l’intero branco, è un legame strettissimo. Quando però questo legame viene spezzato a causa delle scellerate azioni dell’uomo, “come ne risente un giovane elefante?” si è chiesta la dottoressa Parker.

Così ha deciso di approfondire, attraverso lo studio dell’ormone dello stress e altri parametri ottenuti grazie all’analisi delle feci, le condizioni degli elefanti orfani in correlazione anche ai rapporti con altri esemplari del gruppo.

Lo scopo era calcolare l’impatto fisico della perdita dei genitori sul lungo periodo. Quello che è emerso è che grazie a una sorta di sostegno di altri giovani pachidermi, gli elefanti orfani con “amici” di età simile alla loro nel gruppo avevano livelli di ormoni dello stress più bassi.

In sostanza, secondo gli esperti, il “sostegno sociale” potrebbe ridurre lo stress causato dalla perdita di una madre in questi animali. Le relazioni sociali hanno dunque impatti fisiologici importanti.

Lo studio, che ha interessato 25 elefanti africani orfani osservati nelle riserve di Samburu e Buffalo Springs in Kenya, sottolinea appunto che quegli animali con più compagni di età simile nel loro gruppo avevano livelli di ormone dello stress significativamente più bassi rispetto ad altri e in questo sembra esserci un parallelismo con gli umani.

Ricerche durate oltre dieci anni su alcuni bambini orfani di vittime dell’Aids in Sudafrica hanno rivelato che i piccoli, in caso di un forte livello di sostegno sociale da parte di famiglie di coetanei, avevano meno probabilità di sviluppare uno stress post traumatico.

«Penso che sia davvero fantastico che un tale animale sociale si sia evoluto in modo così separato dagli umani e che sembriamo ancora convergere su quanto siano importanti i legami sociali», ha commentato Parker. Infine, i risultati dello studio sugli elefanti suggeriscono come, in considerazione di quanto scoperto sui legami sociali e gli impatti fisiologici, le politiche di conservazione animale, e chiaramente quelle anti bracconaggio, dovrebbero adattarsi in tal senso.

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