Bambini

Le specie aliene sono tra noi

Nessun marzianino dallo spazio, ma piante e animali. Tu li hai mai visti? Sono tipo i pappagallini verdi o l’unghia di strega (no, nessuna fattucchiera). Ma lo sai perché sono qui?
Credit: Illustrazione Rocco di Liso
Tempo di lettura 4 min lettura
16 luglio 2022 Aggiornato alle 09:00

A Parigi ci sono una torre Eiffel, circa mille panetterie e un sacco di piccioni. Non ci sono solo i piccioni. Da luglio fino a metà marzo ci sono pure i gabbiani, anche se Parigi non è sul mare. Ma non ci sono solo le panetterie, i piccioni e i gabbiani. Da un po’ di tempo a questa parte, a Parigi come in tante città italiane, ci sono anche i parrocchetti, quegli adorabili pappagallini verdi verdi col becco rosso rosso che vengono dai paesi caldi caldi. A Parigi c’è uno zoo con una manciata di parrocchetti in gabbia… e un mucchio di parrocchetti liberi!

Ormai sono dappertutto, devi averli visti anche tu. Questi melodiosi pennuti colorati vengono dall’Africa e dall’Asia, due continenti dove può fare parecchio caldo. In Europa, fino a non molto tempo fa, la gente li teneva in gabbia, in casa o negli zoo come a Parigi. Poi a furia di scappare dalle gabbie, i parrocchetti si sono moltiplicati. E invece di tornare in Asia o in Africa sono rimasti in Europa, dove tanto fa sempre più caldo.

Sono carinissimi, è vero. Sono molto più estrosi dei piccioni, inutile negarlo. Però la loro presenza non è solo una buona notizia. Stanno cominciando a fare a gara coi picchi a chi si prende i buchi migliori negli alberi per farci il nido e, se dovessero diventare davvero tanti, potrebbero cominciare a mangiucchiare i raccolti, come già succede in Asia.

Il parrocchetto non è il solo animale a venire da lontano e a decidere di fermarsi. Le temperature si stanno alzando un po’ dappertutto e tra Milano e Manila ormai cambia solo l’ordine delle lettere. Allora in Europa si vedono sempre di più animali e piante che prima non c’erano e che, se l’uomo fosse un po’ più ragionevole, non dovrebbero esserci.

Come l’unghia di strega, che non è una vera unghia e non appartiene a una vera strega, ma è il nome di una pianta dai fiori viola intenso. L’unghia di strega viene dall’America del Sud e dall’Australia ma a forza di fare caldo anche qui, si è trasferita sul Mediterraneo. Non ha fatto tutto di testa sua, però. Come per il parrocchetto, ci ha pensato prima l’uomo a portarla via per mettersela in casa. Poi a lei è piaciuto il clima. Il suo problema sta nel fatto che è una pianta larga: occupa un sacco di spazio e si ciuccia tutta l’acqua disponibile, togliendola alle altre piante.

Il parrocchetto e l’unghia di strega sono in buona compagnia: oltre a loro c’è una squadra di vermi della Nuova Zelanda, granchi cinesi, gamberi della Louisiana, rane toro americane, oche egiziane e manguste indiane che si sta mettendo comoda in tutta Europa. E le piante! Erba degli alligatori, luppoli del Giappone, stracciabraghe asiatici, erba pesce gigante… Sono nomi fantastici di piante e animali verissimi e incredibilissimi. È un’emozione vedere così da vicino proprio loro che qui non ci sarebbero mai dovuti arrivare.

Sembra uno scherzo del destino ma ce li abbiamo portati noi, con la forza o con tutti quei cambiamenti sciocchi e pericolosi che hanno guastato la natura: l’inquinamento, gli spostamenti, la deforestazione… La biodiversità, che è la ricchezza del mondo delle cose vive, sta proprio nelle differenze. La biodiversità è un bene prezioso e in pericolo, e si tiene in equilibrio come una torre di funamboli su un filo. Se troppi cambiamenti scuotono il filo, non cade un acrobata solo, ma tutta la squadra.

Gli animali e le piante si arrangiano, fanno come possono per sopravvivere. È compito nostro preservare la natura da troppi cambiamenti in modo che picchi e pappagalli non debbano bisticciare, che le unghie di strega non si spaparanzino troppo sulla riva e che piante e animali non finiscano col fare i turisti come noi. Ché gli animali, come gli umani, sono migratori: ma turisti, mai!

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