Tutta colpa di un termovalorizzatore
Una svolta nella svolta. Il Presidente della Repubblica Mattarella ha ricevuto, pochi minuti fa, al Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri Draghi, che ha rassegnato le dimissioni.
Dimissioni che non sono state però accolte: Mattarella ha invitato Draghi a presentarsi al Parlamento, dove parlerà mercoledì, per effettuare tutte le valutazioni del caso sulla situazione che si è determinata in seguito agli esiti della seduta di oggi a Palazzo Madama.
La decisione di Draghi è arrivata dopo quella dei Cinque Stelle di non votare al Senato la fiducia. Il casus belli è l’articolo 13 del disegno di legge di conversione del decreto Aiuti, che attribuisce poteri straordinari sui rifiuti al sindaco di Roma Gualtieri.
Il testo dell’articolo “Gestione dei rifiuti a Roma e altre misure per il Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025” conferisce infatti al primo cittadino capitolino il potere di approvare, con una semplice ordinanza e sentita la Regione Lazio, i progetti di nuovi impianti per la gestione di rifiuti.
Il riferimento è al termovalorizzatore da 600.000 tonnellate annue annunciato lo scorso 20 aprile scorso e contestato, oltre che dagli ambientalisti e dal M5s, dall’ala sinistra della maggioranza.