Ambiente

Tutta colpa di un termovalorizzatore

Con la scusa della causa ambientale il leader 5 Stelle mette Draghi sotto scacco al Senato. Ma Mattarella frena, respingendo le dimissioni del primo ministro
Credit: EPA/BALLESTEROS / POOL
Tempo di lettura 2 min lettura
14 luglio 2022 Aggiornato alle 20:36

Una svolta nella svolta. Il Presidente della Repubblica Mattarella ha ricevuto, pochi minuti fa, al Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri Draghi, che ha rassegnato le dimissioni.

Dimissioni che non sono state però accolte: Mattarella ha invitato Draghi a presentarsi al Parlamento, dove parlerà mercoledì, per effettuare tutte le valutazioni del caso sulla situazione che si è determinata in seguito agli esiti della seduta di oggi a Palazzo Madama.

La decisione di Draghi è arrivata dopo quella dei Cinque Stelle di non votare al Senato la fiducia. Il casus belli è l’articolo 13 del disegno di legge di conversione del decreto Aiuti, che attribuisce poteri straordinari sui rifiuti al sindaco di Roma Gualtieri.

Il testo dell’articolo “Gestione dei rifiuti a Roma e altre misure per il Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025” conferisce infatti al primo cittadino capitolino il potere di approvare, con una semplice ordinanza e sentita la Regione Lazio, i progetti di nuovi impianti per la gestione di rifiuti.

Il riferimento è al termovalorizzatore da 600.000 tonnellate annue annunciato lo scorso 20 aprile scorso e contestato, oltre che dagli ambientalisti e dal M5s, dall’ala sinistra della maggioranza.

Leggi anche
Il termovalorizzatore di Copenhagen: sopra c'è una pista da sci.
rifiuti
di Fabrizio Papitto 5 min lettura
Pietro Colucci
Rifiuti
di Riccardo Liguori 6 min lettura