Diritti

L’altra guerra della Russia

Con un annuncio su Telegram, la Duma ha dichiarato che inasprirà la legge sulla “propaganda dell’omosessualità”. Estendendola a tutte le età
Da sinistra: Aleksandr Smirnov, Oleg Dusaev, e Dmitry Stepanov partecipano alla marcia organizzata RUSA L.G.B.T.
Da sinistra: Aleksandr Smirnov, Oleg Dusaev, e Dmitry Stepanov partecipano alla marcia organizzata RUSA L.G.B.T. Credit: Photograph by Dina Litovsky / Redux
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12 luglio 2022 Aggiornato alle 21:00

Il divieto di propaganda dei “rapporti sessuali non tradizionali” che a oggi, in Russia, si applica esclusivamente aə minori, “non è sufficiente”.

Lo ha scritto sul suo canale Telegram Alexander Khinshtein, presidente della Commissione per la politica d’informazione della Duma, la camera bassa dell’assemblea federale russa. Ha proposto di modificare la legislazione già molto restrittiva e severa, e applicare tale riforma a qualsiasi fascia d’età e pubblico: “offline, nei media, su Internet, sui social network, nonché nei cinema online”.

L’attuale legge russa sulla “propaganda gay”, approvata nel 2013, proibisce di parlare in modo positivo dell’omosessualità con minori e di organizzare manifestazioni di orgoglio gay, come il Gay Pride, che in questi giorni continua a svolgersi in numerose città europee e mondiali in occasione del Pride Month.

Nel 2020 la riforma costituzionale del Cremlino aveva limitato il matrimonio “all’unione di un uomo e una donna” e a dicembre 2021 il presidente Vladimir Putin aveva avvertito che il Paese aveva bisogno di “un antidoto” contro i principi occidentali “non tradizionali”.

Secondo le autorità è questione di moralità: ə attivistə per i diritti della comunità omosessuale diffonderebbero “valori liberali non russi promossi dall’Occidente”. Come spiega l’agenzia britannica Reuters, in base alle modifiche proposte, qualsiasi evento o atto considerato un tentativo di promuovere l’omosessualità potrebbe incorrere in una sanzione.

Nella sessione autunnale “saremo pronti a discuterne apertamente”, ha scritto Khinshtein. Il Ministero dello sviluppo digitale e l’organo di supervisione (e censura) delle comunicazioni, della tecnologia dell’informazione e dei mass media, il Roskomnadzor, stanno già lavorando alla riforma legale.

L’attuale legge sulla “propaganda gay” prevede fino a 15 giorni di carcere per aver promosso “rapporti sessuali non tradizionali tra minori”.

La Fondazione Sfera, l’Ong che riunisce la rete delle associazioni Lgbti (che comprende gay, bisessuali, transessuali e intersessuati) in Russia, ha spiegato che la riforma potrebbe comportare sanzioni fino a 500.000 rubli (8.000 euro) per le persone fisiche, o 10 milioni di rubli (160.000 euro) per le persone giuridiche, la cui attività potrebbe essere sospesa. Perché la volontà della Duma è di “stabilire la responsabilità amministrativa di tale propaganda ampliando l’art. 6.21 del Codice degli Illeciti Amministrativi”.

L’Ong, insieme ad Amnesty International, Human Rights Watch e altre 13 fondazioni straniere non governative, è stata espulsa dal Paese l’8 aprile 2022 per violazioni della legislazione russa: è successo un giorno dopo la decisione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite di sospendere la Russia dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, l’Unhcr.

Nel messaggio su Telegram il politico e giornalista Khinshtein ha elencato tutti i punti della riforma, che andrebbe a “stabilire una responsabilità separata, ancora più stringente, per la promozione della pedofilia”. E ancora: “Sarà vietata anche la diffusione tra i bambini non solo di propaganda, ma di qualsiasi altro tipo di informazione che dimostri rapporti sessuali non tradizionali” e quelle che l’alto funzionario definisce “perversioni”.

Khinshtein ha anche lanciato un sondaggio per chiedere pareri ed eventuali proposte aə cittadinə in questa direzione: “Considero questo compito estremamente importante”, ha scritto. “Non solo come presidente di un comitato competente della Duma di Stato, ma anche come padre di due figli”.

La riforma si è guadagnata il sostegno dalla Chiesa ortodossa russa, con il capo della commissione patriarcale per gli affari di famiglia, Fyodor Lukyanov, che ha parlato all’agenzia di stampa Tass della «costante manipolazione della coscienza (deə giovani, ndr) da parte della collettività occidentale»: è necessario introdurre per legge un «rigido divieto e adeguate sanzioni contro coloro che promuovono perversioni non solo tra i minori, ma anche tra gli adulti».

La scorsa settimana il presidente della Duma di Stato Vyacheslav Volodin ha scritto su Telegram che “con l’uscita dal Consiglio d’Europa, le richieste di legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso in Russia sono diventate un ricordo del passato. I tentativi di imporre valori estranei alla nostra società sono falliti”.

Il Consiglio d’Europa (da non confondere con il Consiglio europeo) è un’organizzazione internazionale con sede a Strasburgo che promuove i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto in Europa. La Russia ne faceva parte dal 1996: nel Paese l’omosessualità è stata un reato penale fino al 1993 ed è stata classificata come malattia mentale fino al 1999.

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