Diritti

Qatar 2022 e Lgbtq+: tutti benvenuti, ma non in sicurezza

Il prossimo novembre, partiranno i mondiali di calcio nel Paese mediorientale. Nello Stato, dove l’omosessualità è illegale, saranno bandite dagli stadi (e nelle strade) le bandiere arcobaleno così come qualsiasi manifestazione pubblica d’affetto
Credit: EPA
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7 luglio 2022 Aggiornato alle 15:00

Il 21 novembre partiranno in Qatar i mondiali di calcio 2022.

I secondi mondiali consecutivi senza la nazionale italiana. I primi della storia che si disputeranno in inverno.

I mondiali che costeranno la galera a chi esporrà una bandiera arcobaleno, simbolo della comunità Lgbtq+, o si lascerà sfuggire un gesto d’affetto pubblico con qualcuno dello stesso sesso. È disapprovato dalla società conservatrice.

In Qatar l’omosessualità è illegale e neanche il torneo mondiale riuscirà a spostare quel piede che con forza calpesta, ancora una volta, i diritti umani.

Bandite dagli stadi (e nelle strade) le bandiere arcobaleno. Nessuna manifestazione d’affetto in pubblico.

Divieto per abbigliamento eccentrico e non consono alle leggi (omofobe) del Paese. «Se vuoi esprimere il tuo punto di vista sulla causa Lgbt, fallo in una società in cui ciò sarà accettato.- ha dichiarato Al Ansari, capo della sicurezza per Qatar 2022 - Se un tifoso compra un biglietto è per assistere a una partita di calcio e non per manifestare con un gesto politico. Quindi non si deve venire a insultare un’intera società. Non possiamo cambiare le leggi o la religione per i 28 giorni della Coppa del Mondo».

Nessuno spiraglio di libertà, nemmeno dopo la dichiarazione “Tutti sono benvenuti in Qatar” di qualche mese fa.

Tutti benvenuti sì, ma sottostando alle leggi (ingiuste) imposte e mostrandosi perciò che non si è. Il rischio per gay, lesbiche, bisex e transessuali è quello di non vedere garantita la propria sicurezza personale.

È quello che emerso da una denuncia esposta dal The Guardian che, nei giorni scorsi, ha presentato al Comitato Supremo una serie di domande relative alla questione Lgbtq+ in Qatar e alla tutela dei tifosi che si apprestano a visitare il Paese in vista dei prossimi mondiali di calcio.

Il Guardian ha chiesto al Comitato Supremo, organizzatore del torneo, se i tifosi Lgbtq+ potranno confidare nella protezione delle autorità se minacciati per la loro sessualità; se le leggi ritenute omofobe saranno sospese durante il torneo mondiale e se le persone Lgbtq+ saranno accolte in Qatar specificatamente come semplici spettatori della Coppa del Mondo.

L’obiettivo del giornale era quello di individuare il grado di tutela e sicurezza per i tifosi appartenenti alla comunità arcobaleno, da subito apparso allarmante.

Sono infatti due anni che le associazioni chiedono rassicurazioni per i tifosi omo e trans sessuali.

Ma il dialogo non è mai stato possibile.

La risposta dell’organizzazione del torneo è stata un generale: «Tutti saranno i benvenuti, ma ci aspettiamo che tutti rispettino la nostra cultura e tradizioni».

Nessuna rassicurazione, nessuna garanzia, nessuna sicurezza. Neanche da parte del governo del Qatar che ha preferito non rispondere a nessuna domanda del giornale.

La conclusione è una: nel prossimo torneo mondiale di calcio la comunità Lgbtq+ è in pericolo.

Non è eccessivo, ora i tifosi hanno paura, non trovano tutele e molti di loro hanno abbandonato l’idea di seguire dal vivo la loro nazionale per tifare tutti insieme.

«Non conosco nessun gruppo di sostenitori Lgbtq+ europei che attualmente stia pianificando di partecipare a questa Coppa del Mondo. Il Comitato Supremo non è in linea con gli impegni presi con Fifa ed esiste una grande minoranza che ha fondati timori sulla propria sicurezza in Qatar», ha dichiarato Lou Englefield dell’organizzazione Football Homophobia.

Mancano poco meno di centoquaranta giorni alla cerimonia di inaugurazione del mondiale 2022.

I riflettori si accenderanno sugli stadi, i cori faranno da sfondo all’atmosfera tipica delle partite importanti, ci saranno i batticuore, le urla a ogni goal e i colori delle bandiere sui volti dei tifosi.

Ma quella arcobaleno no, quella rimarrà fuori insieme ai diritti lasciati morire in nome di una politica alquanto discutibile.

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