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Decortica del sughero: come funziona?

Proprio in questi mesi si svolge l’estrazione dalla pianta del sughero. E le fasi di produzione di prodotti come i classici tappi sono tante.
Partiamo dal principio
Il processo di decortica del sughero, per ottenere i tappi delle bottiglie
Il processo di decortica del sughero, per ottenere i tappi delle bottiglie

Ci accompagnano nei nostri momenti più importanti, di solito quando c’è da festeggiare e da brindare per qualcosa. I tappi di sughero sono silenziosi spettatori della nostra vita, fin quando non vengono stappati con il classico “botto” a cui seguono applausi e feste.

Questi tappi sono in realtà piccoli prodotti della natura, figli di un rituale antico come la creazione della corteccia sulle querce, del tutto naturale e molto rispettoso dell’ambiente. Attività questa chiamata decortica, legata all’estrazione del sughero dall’albero senza abbatterlo. Ma partiamo da principio.

Come viene prodotto il sughero

Il sughero è un tessuto vegetale di rivestimento di origine secondaria, che riveste appunto il fusto e le radici delle piante legnose. L’estrazione avviene solo nel periodo che va dai primi di maggio a fine agosto, quando si stacca più facilmente senza causare danni alla pianta.

L’attività di decortica, tipica di questo periodo, viene effettuata su una quercia quando questa ha circa 25-30 anni e una circonferenza non inferiore ai 60 cm. Da questa attività, chiamata demaschiatura, si ottiene un sughero da macina detto sugherone o maschio. Come vogliono le normative, le successive estrazioni avvengono a intervalli di dieci anni (ma anche dodici-tredici se il sughero non ha raggiunto un calibro accettabile). Il prodotto ottenuto è detto sughero gentile e viene utilizzato, a seconda della qualità, per la fabbricazione dei tappi.

Gli estrattori o scorzini sono gli operai addetti a questa pratica, che con un’accetta devono effettuare tagli decisi e precisi sulla pianta: questa rappresenta la fase più delicata del lavoro in quanto bisogna evitare di incidere il fellogeno sottostante per non danneggiare la pianta.

Lo step successivo è quello del distaccamento del sughero: il manico dell’accetta viene infilato tra il sughero e la pianta e usandolo come leva e si ottengono diverse porzioni di sughero chiamate plance, che verranno poi portate nel sugherificio.

Tra le principali aree di diffusione della quercia da sughero troviamo il Portogallo, la Spagna, la Sardegna, la Sicilia, la Maremma grossetana, la Corsica, il sud della Francia e il Nordafrica.

Il tappo di sughero: quando e perché nasce

Il tappo di sughero ha delle origini molto lontane. Pare che i primi a scoprire i vantaggi del sughero siano stati gli antichi Greci, festaioli come pochi, che hanno subito apprezzato le caratteristiche di questo materiale che utilizzavano per chiudere i contenitori e le anfore.

Grazie ad alcuni ritrovamenti archeologici si è scoperto che già nel V secolo a.C. ad Atene si utilizzava il sughero, riconoscendo a quest’ultimo delle importanti caratteristiche, quello di essere un isolante termico, che resiste agli urti, galleggia e sigilla i recipienti.

Ma se la Grecia lo utilizzava, è stata la Francia a portarlo alla conoscenza di tutti, ovviamente in campo enologico, a partire dalla seconda metà del XVII secolo quando divenne sempre più frequente trovare tappi di sughero.

Il vero scopritore del tappo di sughero infatti pare sia stato, secondo la tradizione, il padre dello champagne Pierre Dom Pérignon. Il monaco benedettino aveva studiato questa soluzione che permetteva di imprigionare il vino e il gas contenuto nel liquido, rimodellando la chiusura tipica delle borracce dei pellegrini di passaggio per la sua abazia, applicandole alle sue produzioni enologiche.

I vini frizzanti infatti, prima dell’avvento del tappo di sughero, avevano vita breve proprio perché non si riusciva a conservare quel gas naturale prodotto dalla rifermentazione.

Proprietà e vantaggi

Il tappo di sughero ha molte proprietà date dalla natura: prima di tutto è ermetico grazie alla presenza della suberina, una sostanza organica che costituisce la maggior parte della membrana cellulare del sughero. Questa membrana è insolubile, inerte, flessibile e plastica ed è un isolante rispetto alle sostanze con le quali viene a contatto.

Il tappo di sughero è inoltre longevo, dura almeno 15-20 anni garantendo una tenuta perfetta. Risulta elastico, si adatta completamente al collo della bottiglia e di conseguenza impedisce la fuoriuscita dei liquidi contenuti. I tessuti del sughero sono poi impermeabili, le cellule non sono comunicanti tra loro: per questo il vino può penetrare nel sughero solo per pochi millimetri.

Non tutti i tipi di sughero, però, vengono utilizzati per la produzione più “ambita” e cioè per i tappi di sughero: tutto dipende dalla qualità di quest’ultimo. Il processo di produzione si compone di diverse fasi: oltre alla decorticazione, abbiamo l’ebollizione e disinfezione, la pressatura, la rifilatura e il carotaggio, dove vengono scelte le parti migliori del sughero per realizzare le varie tipologie di tappo.

Il sughero più pregiato chiaramente è quello utilizzato in campo enologico. Quelli considerati di seconda scelta invece, vengono impiegati per le tappezzerie o per i letti. Il sughero “peggiore” non viene gettato via ma è invece utilizzato come materiale o per produrre sandali.

I tappi di sughero, poi, non sono tutti uguali: c’è un’ulteriore selezione che viene fatta a seconda della tipologia di vino da imbottigliare. Il tappo è fondamentale per la conservazione di un patrimonio come il vino, perché impedisce l’entrata di aria e il suo precoce invecchiamento. E il tappo di sughero è in grado di regolare gli scambi gassosi fra bottiglia e ambiente esterno, riducendo i fenomeni di ossidazione rapida.

Tappo di sughero, la tradizione e lo sviluppo del Gruppo Amorin

Come abbiamo detto, il Portogallo è tra le maggiori aree di diffusione della quercia da sughero: qui il Gruppo Amorim è diventata la prima azienda al mondo nella produzione di tappi in sughero, in grado di coprire il 40% del mercato mondiale di questo comparto e il 28% del mercato globale di chiusure per vino.

Il Gruppo Amorin conta 22 filiali distribuite nei principali paesi produttori di vino dei cinque continenti. La filiale italiana (Amorim Cork Italia), con sede a Conegliano in provincia di Treviso, si è confermata nel 2021 azienda leader del mercato del Paese. Amorim Cork Italia ha registrato solo lo scorso anno oltre 665.000.000 di tappi venduti per un fatturato di 70,5 milioni di euro. La crescita complessiva rispetto all’anno precedente è stata del +14,6% in volume e del +14,4% in valore.

E anche per il Gruppo Amorim è scoccata l’ora della decortica, che quest’anno più che mai si sviluppa verso due importanti novità, frutto degli investimenti e delle ricerche dell’azienda. Da una parte si guarda al contrasto alla desertificazione ambientale: in un’epoca in cui gli alberi faticano a trovare una crescita spontanea tipica delle sugherete, Amorim Cork ha acquistato nuovi ettari di foreste storiche per tutelarle, con la possibilità di piantare nuovi alberi, forte di un innovativo sistema di irrigazione che assicura una crescita più sana e rapida alle sue querce.

Seconda missione, quella relativa al contrasto alla desertificazione sociale del Portogallo che da anni ormai vede sempre più persone andare via dal proprio Paese alla ricerca di migliori opportunità. Per evitare questo, l’azienda ha pensato di rendere accessibile a ogni persona la possibilità di contribuire alla decortica e quindi al lavoro.

Prima questa operazione delicatissima era prerogativa di pochi, ora Amorim ha sviluppato un macchinario capace di essere preciso nel taglio, agevole nel trasporto e, soprattutto, sicuro per le persone e la pianta. Ha infatti un sensore che consente di tagliare la corteccia e fermarsi quando si arriva alla cosiddetta “madre”, per consentire l’estrazione del sughero senza danneggiare la pianta.

In questo modo, il Gruppo Amorim continua con il suo intento di conservare un prezioso dono della natura come il sughero, preservando l’ambiente in cui cresce con uno sviluppo sostenibile.

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