Ambiente

Ecco i roghi che hanno arso il Belpaese

Nel 2021 è bruciato il triplo del territorio italiano rispetto al 2020, il 40% sono foreste. Più interessato il Mezzogiorno, e danneggiate anche molte riserve protette dei parchi nazionali
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Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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6 luglio 2022 Aggiornato alle 15:00

Nel 2021 gli incendi che hanno colpito l’Italia hanno bruciato il triplo degli ettari rispetto al 2020.

È quanto emerge dagli ultimi dati dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), secondo cui lo scorso anno è andata a fuoco una superficie pari allo 0,5% del territorio italiano, l’equivalente del Lago di Garda.

Il 40-50% del territorio interessato dal fenomeno, secondo le stime dell’Istituto, è costituto da foreste, che con circa 8 milioni e mezzo di ettari complessivi rappresentano circa un terzo del territorio nazionale. Tra le tipologie più aggredite dalle fiamme le latifoglie sempreverdi della macchia mediterranea (56%), seguite dalle caducifoglie (25%) e dalle aghifoglie sempreverdi (19%).

I danni maggiori sono stati registrati nel Mezzogiorno. A essere coinvolto dagli incendi nel 2021 è stato il 60% dei comuni siciliani e il 3,5% della superficie regionale, numeri che fanno della Sicilia la regione in assoluto più colpita e la seconda per impatto sulle aree boschive (12% sul totale delle aree bruciate) dopo la Calabria (37%).

Qui il 25% delle aree forestali andate a fuoco è costituito da boschi di conifere, in prevalenza piantagioni. Al terzo posto la Sardegna, dove il solo incendio verificatosi a fine luglio nel complesso forestale Montiferru-Planargia – il più esteso avvenuto in Italia nel 2021 – è responsabili di circa il 63% del territorio andato a fuoco nella regione.

«Il legame tra cambiamenti climatici e incendi è complesso: non vanno considerati solo gli effetti diretti di siccità prolungata e alte temperature, ma anche gli effetti del clima sugli insetti e sulle malattie delle piante, che le rendono più vulnerabili e quindi rendono le coperture arboree ancora più suscettibili a incendio», si legge nel comunicato diffuso dall’Ispra.

«Gli effetti e i danni agli ecosistemi forestali causati dagli incendi possono accelerare i processi di perdita di biodiversità, rilascio di anidride carbonica, aumento del rischio idrogeologico, erosione del suolo, inquinamento da polveri dell’aria e dei corpi idrici», conclude il rapporto.

Ad essere coinvolte dagli incendi anche le riserve dei parchi nazionali (32%), che hanno contribuito a una potenziale perdita di copertura arborea pari a circa il 57% di tutte le aree forestali bruciate nelle aree protette italiane. Tra i più colpiti il Parco Nazionale dell’Aspromonte. Nonostante sia stato danneggiato solo il 10% del patrimonio boschivo del parco, l’incendio ha interessato i boschi vetusti della Faggeta di Valle Infernale – patrimonio mondiale Unesco – e i secolari pini larici del Bosco di Acatti.

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