Diritti

Perché Erdogan vuole aprire la Nato

Svezia, Finlandia e Turchia hanno siglato un memorandum che spiana la strada ai due Stati scandinavi per entrare nel Patto Atlantico. In cambio, dovranno garantire supporto al governo turco contro qualsiasi “minaccia”. Come il Partito dei Lavoratori del Kurdistan e le forze del Rojava YPG
Leader riuniti al Summit della NATO presso il centro congressi IFEMA a Madrid il 29 giugno. Nell'agenda dell'incontro, anche il tema dell'adesione di Finlandia e Svezia
Leader riuniti al Summit della NATO presso il centro congressi IFEMA a Madrid il 29 giugno. Nell'agenda dell'incontro, anche il tema dell'adesione di Finlandia e Svezia Credit: Europa Press/Contacto via ZUMA Press
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4 luglio 2022 Aggiornato alle 21:00

Un nuovo accordo trilaterale fra Svezia, Finlandia e Turchia è stato siglato negli ultimi giorni, dopo che il presidente Recep Tayyip Edogan aveva messo il veto all’ingresso dei due Paesi scandinavi nel Patto Atlantico.

Con l’intesa raggiunta dopo svariati colloqui e pressioni, il Segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg ha dichiarato: «Sono lieto di annunciare che abbiamo un accordo che spiana la strada all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. I tre Paesi hanno siglato un memorandum che risponde alle preoccupazioni turche, incluse l’esportazione di armi e la lotta contro il terrorismo».

Quello che si è svolto a Madrid il 28-29 giugno è stato uno dei più importanti vertici della NATO degli ultimi decenni, a causa soprattutto della guerra in corso in Ucraina. Ma è stato anche il vertice in cui sono state appianate momentaneamente le divergenze fra il governo turco e i due Paesi scandinavi, tramite un documento di tre pagine dove Svezia e Finlandia promettono il pieno supporto al governo turco contro qualsiasi minaccia, a partire dal “Partito dei Lavoratori del Kurdistan” (PKK), considerato fin dal 1984 un gruppo terroristico da parte della Turchia.

Nel documento viene anche promesso di troncare qualsiasi aiuto alle forze del Rojava “YPG”, che si sono distinte negli anni passati nella lotta contro l’ISIS in Siria. Inoltre, le due nazioni nordiche hanno affermato di voler rimuovere qualsiasi embargo sulle armi nei confronti di Ankara e di voler ascoltare le richieste pendenti della Turchia in merito ai processi di estradizione.

Una serie di punti che hanno suscitato notevoli allarmi nelle comunità curde e nelle ONG che si occupano di diritti umani: «Questo è un giorno nero nella storia politica della Svezia. Stiamo negoziando con un regime che non rispetta la libertà di espressione o i diritti delle minoranze», ha denunciato la parlamentare svedese Amineh Kakabaveh, da tempo attivista e difensore dei diritti dei curdi.

Ma ricercatrici come Minna Ålander del German Institute for International and Security Affairs hanno provato a ridimensionare il pericolo: «Il linguaggio dell’accordo è abbastanza vago da consentire alla Finlandia di non fare nulla. Il Presidente finlandese Niinistö ha inoltre confermato che questo non determinerà cambiamenti nella legislazione o nelle azioni finlandesi».

Ma al di là delle interpretazioni giuridiche e diplomatiche del memorandum, il governo turco ha fatto subito intendere di volere sfruttare al massimo l’accordo raggiunto, reiterando la richiesta di estradizione di 33 “sospetti terroristi” residenti nelle due nazioni nordiche.

Una mossa fatta per testare la reale volontà dei Paesi in questione, come riportato dal giornalista Mete Sohtaoğlu: «Il presidente Erdogan ha affermato che il parlamento turco non ratificherà l’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato se queste nazioni non dovessero ottemperare ai loro obblighi».

Infatti l’adesione definitiva richiederà mesi e soprattutto la ratifica dei 30 Paesi membri della Nato. Una serie di procedure che conferiscono un notevole peso alle pressioni della Turchia. Al centro della questione anche l’Italia, in quanto membro della Nato, dove il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha voluto ribadire: «I diritti dei curdi per noi rappresentano un punto fermo. Nessuna ambiguità. Nessuno scambio possibile».

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