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Città che vai, inflazione che trovi

Quali sono i centri urbani più cari della Penisola? Le ultime rilevazioni Istat e dell’Unione Nazionale Consumatori sfatano qualche falso mito sulla condizione economica delle nostre città (e non solo)
Credit: Museion, Bolzano

I rilevamenti portati avanti con cadenza regolare dall’Istat e dall’Unione Nazionale Consumatori rivelano quali sono le città più care d’Italia.

Un report che sfata qualche falso mito, come quello riguardante la condizione economica nelle grandi città in relazione al potere d’acquisto di chi ci vive o ci lavora.

I primi esempi che vengono in mente, vista la vastità del territorio di riferimento e il numero di cittadini, sono quelli della capitale Roma e di Milano, fulcro finanziario del Paese e punto di riferimento per tantissimi settori.

Qual è la città più cara d’Italia

Eppure, secondo i dati diffusi, nessuna delle due grandi metropoli figura nelle prime dieci della graduatoria elaborata.

In testa alla classifica delle città più care d’Italia nel 2022 figura infatti Bolzano, con un’inflazione annua che nell’ultima rilevazione ha toccato una crescita del 9,1% dell’inflazione su base annua, la più alta del Paese.

In media, guardando al portafogli, si calcola che la maggiorazione di spesa in dodici mesi sia stata di 2419 euro.

Elevato il costo della vita in quel di Trento. Anche in questo caso molto rilevante è soprattutto la crescita dei prezzi, +9% su base annua e una spesa ulteriore per le famiglie rispetto alle rilevazioni precedenti di 2355 euro.

Poco più in basso c’è Bologna, comunque a distanza rispetto ai primi due gradini del podio, ma sempre con segno più che evidenzia una crescita importante. Parliamo di una spesa supplementare del +7,9% e 1971 euro che escono dal bilancio di casa.

Le città più care d’Italia nel 2022

Prima città della ricca Lombardia è Brescia, che si ferma a 7,3% in più con 1925 euro di spesa aggiuntiva.

Quinta Verona (+8,1%, 1885 euro) e solo in sesta posizione troviamo la città di Milano, che registra un dato di +6,8% (1846 euro di media annuale in più per i consumatori).

A chiudere le prime dieci posizioni della graduatoria sono le siciliane Palermo e Catania, appaiate al +8,8% con 1747 euro in più.

Leggendo la classifica al contrario, la città in cui l’inflazione sale con livelli meno sensibili è Campobasso (5,8%, 1062 euro), seguita da Ancona (+5,6%, 1113 euro) e Catanzaro (+6,2%, 1158 euro).

È significativo per la crescita generale il fatto che risulti come esempio una città in cui si spendono oltre 1000 euro in più di rincaro annuo per la famiglia media.

Le regioni più care d’Italia

La classifica stilata dall’Istat riguarda anche la situazione delle regioni.

Nel caso specifico a dominare su tutti è il Trentino.

La crescita è del 9% e la spesa superiore di 2339 euro.

La Lombardia insegue con una certa distanza: 6,6% e 1715 euro in più per le famiglie della regione.

La percentuale è inferiore rispetto a quella riguardante l’Emilia Romagna (+7%), ma per gli emiliani il rincaro si “ferma” a quota 1665 euro.

Le percentuali di spesa e i conseguenti rilevamenti in termini monetari calano andando tra Centro e Sud. “Vince” la sfida il Molise (+5,8%, pari a 1062 euro) davanti alla Puglia (+7,2% e 1166 euro) e alle Marche (+6%, 1170 euro).

Città più care d’Italia: il dato sul territorio nazionale

Il riassunto di questi dati sull’inflazione sono quelli che portano al quadro nazionale.

Le ultime stime di metà giugno indicano che i livelli toccati non si vedevano su base italiana dal novembre del 1990, oltre trent’anni fa.

È dello 0,8% il rialzo su base mensile dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, con un dato su base annua del +6,8% su base annua. Nel mese di maggio 2022 lo stesso dato era al +6%.

Come sottolineato dall’Istat, a fare la voce grossa sono soprattutto i prodotti energetici.

Le conseguenze delle spese maggiori da sostenere per chi vende si riverberano poi sui prezzi che vengono proposti ai consumatori. A partire dagli alimentari: il cosiddetto “carrello della spesa” è salito del 6,7%, numeri così non si vedevano da marzo 1986 (allora era 7,2% in più).

A pagare, come detto, sono i consumatori. «L’inflazione a +6,8% significa, per una coppia con due figli, una stangata complessiva, in termini di aumento del costo della vita, pari a 2302 euro su base annua, 996 per abitazione, acqua e elettricità, 473 euro per i trasporti, 569 per prodotti alimentari e bevande, 588 per il solo carrello della spesa – spiega in una nota l’Unione Nazionale Consumatori - Per una coppia con un figlio la mazzata è pari a 2.140 euro, 938 per l’abitazione, 443 per i trasporti, 514 euro per cibo e bevande, 533 per i beni alimentari e per la cura della casa e della persona. In media per una famiglia il rialzo annuo è di 1.820 euro, 417 euro per mangiare e bere. Il record, però, spetta alle famiglie con più di 3 figli con un salasso pari a 2.577 euro, 680 solo per il cibo, 699 per il carrello».

In relazione a quanto emerge ormai costantemente dai dati degli ultimi mesi, la richiesta fatta dalle associazioni, Unc in testa, è che il governo intervenga con provvedimenti atti a calmierare i prezzi, in particolar modo quelli sui carburanti perché ritenuti la base che più incide sulla merce trasportata e quindi sul costo per il consumatore finale.

Le città più care al mondo

Per vedere quali sono le città più care al mondo bisogna invece rifarsi all’indice pubblicato a fine 2021 dall’autorevole Economist con il suo Economist Intelligence Unit (Eiu). Nello studio vengono analizzate le 173 città di tutto il mondo con il loro costo della vita.

Un lavoro al termine del quale è stato sancito che Tel Aviv è la città più costosa del Pianeta.

Pur non essendo la capitale di Israele, è un centro economico talmente importante nel mondo (e attualmente con prezzi alle stelle) da poter superare anche Parigi, relegata al secondo posto.

Tel Aviv, un anno prima, era in quinta posizione ma a fare la differenza sono stati l’aumento dei prezzi soprattutto in settori come gli alimentari e i trasporti, oltre all’evoluzione dello shekel, la moneta israeliana, rispetto al dollaro statunitense.

Il costo della vita per i cittadini di Tel Aviv non conosce soste al rialzo negli ultimi cinque anni e anche considerando solo il 2021 i servizi principali sono schizzati a un +3,5% che è molto superiore al già significativo +1,9% di fine 2020.

Come detto, fanno la differenza soprattutto i trasporti: il prezzo della benzina, problema comune in varie zone del mondo come testimoniato anche in questo articolo nella parte riguardante l’Italia, è salito del 21%.

Al secondo posto a pari merito con Parigi c’è Singapore, mentre l’Europa si prende anche il terzo gradino del podio con Zurigo.

Seguono Hong Kong, Ginevra, Copenhagen, Los Angeles e Osaka.

La prima italiana, a distanza siderale dalle prime, è Roma con il suo quarantottesimo posto. La capitale è in discesa verticale: ha perso sedici posizioni rispetto all’anno precedente.

Sia in Israele che in Italia, un elemento che fa da comune denominatore è l’effetto pandemico e le conseguenze non sembrano destinate ad arrestarsi in tempi brevi.

Secondo Upasana Dutt, responsabile del Worldwide Cost of Living all’interno dell’Economist Intelligence Unit, nei prossimi mesi verranno anzi aumentati i tassi di interesse proprio per contrastare la crescita dell’inflazione.

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