Diritti

Emendamenti importanti: 25 milioni per i disturbi alimentari

Il Senato approva un emendamento che stanzia una cifra importante per combattere i disturbi alimentari: ecco cosa potrebbe cambiare
Credit: Silvia Bevilacqua
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22 dicembre 2021 Aggiornato alle 09:32

Ci sono emendamenti più importanti di altri: quello votato al Senato nella tarda serata del 20 dicembre 2021 segna sicuramente un passaggio molto, molto importante. Sono stati infatti stanziati 25 milioni di euro totali per istituire un fondo presso il Ministero della Salute per agire contro i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, occupandosene in maniera specifica. La cifra è da intendersi spalmata su 2 anni: con un contributo garantito quindi almeno fino al 2023.

Non è solo una questione di soldi: col provvedimento è stato deciso di individuare la specifica categoria dei DAN (Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione), da inserire appositamente fra i Lea – Livelli essenziali di assistenza – previsti dal Ministero. Prima di questo inquadramento, a oggi i disturbi dell’alimentazione erano inquadrati genericamente nell’area Salute Mentale.

Le ricadute di questi provvedimenti dovrebbero essere concrete e importanti. Sarà più facile per le Regioni istituire ambulatori dedicati nel trattare questo tipo di problema; sarà anche possibile varare finalmente un approfondito studio epidemiogico per valutare quante siano realmente le persone che soffrono di questo tipo di disturbi. Disturbi che vanno affrontati con un approccio specifico e coordinato, visto che mette in campo l’azione e le conoscenze di psichiatri, psicologi, endocrinologi, nutrizionisti – tutti insieme. I pochi centri pubblici già predisposti per affrontare questo problematiche hanno a oggi liste d’attesa molto lunghe (tra i 3 e i 6 mesi): ora c’è molta fiducia nel fatto che questa situazione possa nettamente migliorare. Parliamo di disturbi gravi e dolorosi di per sé e che, tra le altre cose, se mal curati o proprio non affrontati nella speranza passino da soli possono aggravarsi, se non addirittura cronicizzarsi.