Futuro

Alexa chiama e l’aldilà risponde

L’assistente vocale di Amazon è pronto a scomodare anche i morti. La nuova funzionalità, presentata a Los Angeles nel corso della Re:MARS 2022, ci permetterà di riascoltare la voce di familiari e amici scomparsi
Credit: Jan Antonin Kolar
Tempo di lettura 3 min lettura
28 giugno 2022 Aggiornato alle 15:00

“Hey Alexa, raccontami una storia con la voce di nonno”.

“Okay! Racconto una storia con la voce di nonno”.

Non siamo in un episodio di Black Mirror, né sul set di Ghost, eppure parlare con un defunto, o quantomeno sentirlo parlare per noi, non sarà più fantascienza né frutto di una seduta da un medium.

È l’immortalità artificiale, la nuova e sbalorditiva (ma anche tanto discussa) funzione di Alexa che Rohit Prasad (ricercatore capo del team dell’assistente digitale) ha presentato a Los Angeles nel corso della Re:MARS 2022 lo scorso 22 giugno.

Gli ingredienti per questa novità? Ad Alexa basterà ascoltare pochi minuti di un audio con la voce da riprodurre per crearne una copia quasi perfetta e dialogare con noi, trasportandoci in un mondo ultraterreno pur rimanendo sul pianeta Terra, comodamente sul divano di casa nostra.

Memorizzando i suoni di un breve audio, Alexa sarà in grado di farci “conversare’’ anche con i nostri poveri defunti che, magari chissà, si rivolteranno nella tomba per quella voce artificiale così mal copiata.

«Viviamo senza dubbio nell’era d’oro dell’IA, dove i nostri sogni e la fantascienza stanno diventando realtà - ha detto Prasad nel corso della presentazione - e se l’ IA non può eliminare il dolore di una perdita, può di sicuro far sì che le memorie rimangano. Tantissimi, anche durante la pandemia, hanno perso le persone che amavano. Con questa funzione permettiamo loro di riascoltare la voce dei familiari e degli amici scomparsi».

E così, da una parte una “scatola tecnologica”, dall’altra un essere umano a conversare su chissà cosa. Un bambino che si addormenterà con la voce della nonna, ma ormai senza il suo profumo. Una vedova che parlerà con il suo amato, ma senza più poterlo abbracciare. Lutti mai elaborati e conseguenze psicologiche nuove per accorciare le distanze tra la strada di un aldilà e quella di un aldiquà che fino a oggi nessuno aveva avuto il coraggio (e forse anche l’esigenza) di attraversare.

Nessuno tranne la tecnologia di Alexa. Tutto questo significa scomodare i morti e travestire da innovazione tecnologica un superamento del limite etico? O, con la sua clonazione di voci altrui, può essere la prima via realmente percorribile dal deepfake audio? E se fosse, invece, un semplice e inevitabile avanzamento dell’intelligenza artificiale?

In fondo c’è sempre stato qualcuno che ci ha fatto credere di essere in grado di parlare con i nostri defunti al posto nostro. Che male c’è se Alexa ora ci permetterà, in qualche modo, di farlo personalmente?

Nel dubbio…“Hey Alexa! Riproduci ‘Gli immortali’ di Jovanotti”.

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