Ambiente

La battaglia per vietare il foie gras in tutto il mondo

In Italia, dal 2007 è vietata la pratica dell’alimentazione forzata per la produzione del “fegato grasso”. A oggi quasi tutte le catene di supermercati hanno smesso di distribuirlo. Ma non in tutti gli altri Stati europei è così
Credit: Shiza Nazir/Unsplash
Tempo di lettura 4 min lettura
25 giugno 2022 Aggiornato alle 06:30

La produzione di foie gras è una delle pratiche più anacronistiche e crudeli dell’industria: le oche e le anatre allevate per il loro “fegato grasso” vivono rinchiuse prevalentemente in gabbie e vengono sottoposte quotidianamente alla pratica del ‘gavage’ ovvero l’alimentazione forzata.

Un tubo di metallo viene inserito a forza nelle gole di anatre e oche e da questo vengono erogate enormi razioni di mais. Lo scopo è quello di far ingrossare il fegato degli animali e alla fine della fase di ingozzamento – l’ultima fase di allevamento – il fegato di questi animali può essere 10 volte più grande rispetto a quello di un animale sano.

Proprio per via di questa crudeltà, da sempre Animal Equality si batte per vietare la produzione di foie gras, non solo in Italia ma in tutto il mondo.

Già dal 2007 in Italia è vietata la pratica dell’alimentazione forzata per la produzione del foie gras. Nonostante questo, è però ancora possibile importarlo a prescindere da come viene prodotto. Per questo motivo, nel 2012 abbiamo lanciato una campagna di protesta nel nostro Paese per chiedere a diverse catene di supermercati, nello specifico ad Auchan, Bennet, Conad, Esselunga, Sma e Super Elite, di rivedere le scelte aziendali in merito alla distribuzione di foie gras sul territorio nazionale ed è così che Coop è stata la prima azienda, nel 2012, a vietarne la vendita.

Ad oggi nel nostro Paese quasi tutte le catene di supermercati hanno smesso di distribuire foie gras proprio grazie a una campagna di sensibilizzazione portata avanti dalla nostra e da altre associazioni.

Il nostro lavoro per vietare la produzione di foie gras e la terribile pratica dell’alimentazione forzata però non si è limitato all’Italia: la nostra organizzazione ha lanciato diverse iniziative con l’obiettivo finale di raggiungere il divieto di produzione, di rifornimento e vendita del foie gras in diversi paesi d’Europa.

In Spagna, per esempio, abbiamo lanciato una campagna per chiedere al governo di vietare l’alimentazione forzata di anatre e oche per la produzione di foie gras. La nostra petizione ha raccolto le firme di quasi 80.000 cittadini che non sono più disposti a accettare questa orribile pratica, un risultato incredibile in uno dei soli 5 Paesi europei che continuano a produrre foie gras.

La stessa campagna è stata lanciata in Germania, attraverso una petizione con cui chiediamo al Governo tedesco di appoggiare la richiesta di un divieto dell’uso della pratica dell’alimentazione forzata in tutta Europa che ha già raccolto oltre 20.000 firme.

Anche nel Regno Unito la nostra organizzazione sta lavorando per fare in modo che il foie gras diventi un lontano ricordo. ll governo inglese sta infatti prendendo in considerazione di vietare la vendita e l’importazione di prodotti derivanti dall’alimentazione forzata, intervento che di fatto renderebbe impossibile il consumo del foie gras nel Paese, stiamo lavorando per far sì che le istituzioni portino avanti questo impegno.

Animal Equality ha inviato una lettera al governo del Regno Unito per chiedere il bando definitivo del foie gras consegnando direttamente nelle mani del Primo ministro inglese le 225.000 firme raccolte con la nostra petizione per chiedere il divieto di importazione del foie gras e la messa a bando dell’alimentazione forzata nel Regno Unito.

Il nostro lavoro non si limita e non si è mai limitato ai confini europei: l’India è diventata il primo Paese al mondo ad attuare un divieto a livello nazionale sull’importazione di foie gras come risultato diretto delle investigazioni di Animal Equality condotte in Francia e Spagna, che avevano rivelato che uno dei più noti distributori di foie gras investigati importava anche in India.

L’alimentazione forzata è una pratica terribile e inaccettabile, ovunque sia messa in atto.

In Italia e altrove, fino a quando anatre e oche continueranno a soffrire e a trascorrere la loro breve vita nella reclusione e nell’agonia, sottoposte a violenze fisiche e psicologiche inimmaginabili, continueremo a lavorare per fermare questa ingiustizia.

Leggi anche
animali
di Alice Trombetta 3 min lettura
Quattro zampe
di Alice Trombetta 4 min lettura