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Barcellona, capoluogo dell’ecologia!

Hai mai visitato Barcellona? Lo sai che è una città bravissima? Perché protegge la natura, il suo mare, le persone e salva il suo cibo
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25 giugno 2022 Aggiornato alle 08:00

Barcellona è una città della Spagna. Non è la sua capitale: quella è Madrid. A Barcellona c’è una torre brutta a forma di supposta gigante e un sacco di palazzi belli e tutti pazzi immaginati da un architetto fantasioso che si chiamava Antoni Gaudí. La cattedrale di Barcellona, che è bellissima e tutta pazza - e infatti l’ha pensata proprio Gaudí - assomiglia a quei castelli di sabbia che fai sul bagnasciuga, facendo gocciolare i moccoli di sabbia. Detta così non è il massimo, ma ti assicuro che è proprio bella.

Barcellona non è solo una città bella. È una città brava. E sai perché è brava? Non perché sta zitta e muta, ma perché è buona con lə altrə e con la natura. Alla testa di Barcellona c’è una tipa supertosta che si chiama Ada. Ada è la sindaca di Barcellona e sta prendendo un sacco di decisioni belle e coraggiose per proteggere la natura, la gente e la sua città.

Barcellona si affaccia sul mare e ha un porto grandissimo. Ogni anno attraccano più di 100 navi da crociera, quelle navi giganti che sono come città sul mare. Dalle navi scendono migliaia di turisti che si sgranchiscono le gambe, fanno un giretto, scattano 2 foto e poi ritornano sulla nave. Rimangono a Barcellona solo mezzo pomeriggio. La maggior parte dei turisti passa a Barcellona 4 ore, non si dà neanche il tempo di dormire e di fare colazione con un bocadillo o un tostada y tomate, che sono la colazione tipica della città.

I turisti sono preziosi e tante città italiane vivono di turismo. Ma non tutte le forme di turismo sono turismo buono. Anzi, alcune sono proprio cattive. Le navi inquinano un sacco, l’aria e l’acqua. I turisti affollano le strade e non si può più andare da nessuna parte. Per limitare l’inquinamento e vivere tranquilli, Ada e i suoi complici stanno elaborando un piano per ridurre un pochino i turisti, limitando le navi che possono arrivare a Barcellona.

I turisti sono preziosi e il loro amore per la città è importante, ma la città non può essere calpestata da troppi piedini allo stesso tempo. Bisogna creare un turismo calmo e dolce che si prenda il tempo di entrare in città con fare gentile e, come con una persona sconosciuta, si dia il tempo di fare le presentazioni e di conoscersi un po’, reciprocamente.

Un altro progetto bellissimo che Barcellona sta realizzando è la grande battaglia contro lo spreco alimentare. E a Barcellona, questa partita importantissima si gioca su tanti campi diversi. Ada non decide tutto di testa sua, ma coinvolge tuttə ə cittadinə organizzando riunioni e dibattiti.

Per esempio, se non finisci un piatto al ristorante, sei obbligatə a portartelo a casa. Il ristoratore te lo sistema in una scatolina e tu te lo mangi quando ti torna fame. Non si butta, capito? Ché il cibo è troppo importante e il giorno dopo è pure più buono.

Se invece sei un carciofo un po’ ammaccato o una carota storta e che i supermercati (quei superficialoni!) non ti vogliono, ti raccoglie la società Es Imperfect, che trasforma tutti quei cibi buonissimi ma un po’ bruttini in deliziosi patè, salse e marmellate.

Chi prepara questi boccacci gustosi assomiglia un po’ alle verdure e alla frutta che cucina: delle persone squisite ma un po’ fuori dalle righe. Infatti si stanno facendo strada nel mondo del lavoro dopo tante difficoltà. A Barcellona hanno capito che un’azione buona è bella; ma due buone azioni sono due volte meglio.

Quando invece c’è troppo cibo, nei campi o al mercato, a Barcellona si sono organizzati per ridistribuirlo agli umani e agli animali, oppure per compostarlo. Nei campi, c’è un’organizzazione che si chiama Fundación Espigoladors e che viene contattata dai produttori quando c’è del raccolto che avanza. Dei volontari lo vanno a prendere e lo portano a chi ne ha bisogno.

Nel grande mercato centrale di Barcellona, invece, succede la stessa cosa con la frutta e la verdura che non è stata venduta in giornata. Se è ancora buona, viene messa da parte e distribuita a chi ne ha bisogno. Ché purtroppo, c’è sempre troppo cibo ma ancora troppe pance vuote.

Barcellona ci sta insegnando davvero tanto. Ci sta insegnando che non si può volersi bene senza volere bene aə altrə, ma che per essere ben volutə bisogna anche farsi rispettare. E che l’amore per gli umani, per la cultura e per la natura viaggiano nella stessa direzione. E si tengono strette per mano.

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