Diritti

L’instabile leadership di Emmanuel Macron

Con la perdita della maggioranza assoluta al secondo turno delle elezioni legislative, la Francia e il suo presidente si avviano verso un possibile stallo politico. Dagli effetti sull’Italia alla crisi climatica: quali saranno le conseguenze?
Il presidente francese Emmanuel Macron entra nella cabina elettorale per votare alle elezioni parlamentari francesi in un seggio a Le Touquet, nel nord della Francia, il 12 giugno 2022.
Il presidente francese Emmanuel Macron entra nella cabina elettorale per votare alle elezioni parlamentari francesi in un seggio a Le Touquet, nel nord della Francia, il 12 giugno 2022. Credit: EPA/LUDOVIC MARIN / POOL MAXPPP OUT
Tempo di lettura 4 min lettura
21 giugno 2022 Aggiornato alle 13:00

Con la vittoria alle elezioni presidenziali francesi nel mese di aprile, sembrava prospettarsi una stabile continuazione della leadership di Macron, che nei precedenti cinque anni aveva potuto contare sulla maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale.

Situazione che è stata sconfessata nel secondo turno delle elezioni legislative tenutesi il 19 giugno, dove i partiti di opposizione hanno conseguito dei notevoli risultati facendo perdere la maggioranza assoluta alla coalizione del presidente in carica.

I partiti a sostegno di Macron, riuniti sotto la coalizione “Ensemble!”, hanno ottenuto insieme 245 seggi, meno dei 289 per governare da soli. Un vero tracollo rispetto alle precedenti elezioni del 2017, dove il solo partito del presidente, “En Marche”, aveva ottenuto 308 seggi.

Le forze di opposizione invece hanno visto un notevole risultato di “NUPES” (Nouvelle Union populaire ècologique et sociale) guidata dal leader di sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon, che ha ottenuto 131 seggi, mentre il partito di estrema destra di Marine Le Pen, “Rassemblement National”, è salito da 8 deputati nella scorsa legislatura a 89, segnando un netto avanzamento. Un successo che gli ha consentito di superare la forza di centro-destra, “I Républicains”, fermi a 61 seggi.

Uno sconvolgimento politico che avrà pesanti riflessi sul nuovo corso francese, tanto che la premier Elisabeth Borne ha dichiarato pubblicamente: «La situazione rappresenta una rischio per la nostra nazione, viste le problematiche che stiamo affrontando a livello nazionale e internazionale. Da domani lavoreremo per costruire una maggioranza funzionante». Cosa non affatto scontata visto che i Repubblicani, possibili candidati per la coabitazione, hanno già annunciato una forte opposizione.

Allo stesso tempo Macron deve fronteggiare le sconfitte di alcun suoi funzionari chiave, come Amélie de Montchalin, ministra della Transizione ecologica, Brigitte Bourguignon, ministra della Salute, e il presidente del gruppo parlamentare di Macron, Christophe Castaner, che non sono stati eletti e dovranno probabilmente dimettersi.

Un insieme di notizie negative che, secondo Dominique Rousseau, professore di legge all’Università della Sorbona «Renderà più difficili le riforme… Sarà molto più difficile governare». Nel mirino soprattutto la riforma delle pensioni, osteggiata dalle forze di Mélenchon, che hanno già fatto intendere che faranno di tutto per impedire l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 65 anni di età.

Nel frattempo, la rivale numero uno del presidente francese, Marine Le Pen, ha già messo in chiaro che il Paese dovrà prendere una direzione diversa: «La nazione non è ingovernabile, ma semplicemente non sarà guidata secondo la visione di Emmanuel Macron».

Molteplici sfide attendono la Francia, che nei prossimi mesi si troverà bloccata in uno stallo politico che avrà conseguenze sia sul fronte interno, visto il malessere testimoniato dall’altissima astensione (53,79 % in questo secondo turno), che in politica estera, visto il ruolo prominente all’interno dell’Unione Europea.

Proprio Macron negli ultimi mesi era stato uno dei leader più attivi nel mantenere le relazioni diplomatiche con Putin al fine di trovare una soluzione al conflitto in Ucraina, cosa che potrebbe essere pregiudicata dalle tensioni interne alla Francia.

Con il presidente impegnato a trattare costantemente con forze politiche di campo opposto, la politica estera europea potrebbe vedere un maggiore protagonismo della Germania e forse dell’Italia, con però quest’ultima in una fase di transizione fino alle elezioni politiche del 2023.

Sicuramente un argomento importante che riguarderà non solo i cittadini francesi, ma anche quelli europei, sarà l’approccio alla crisi climatica. Se da una parte Macron potrebbe ricercare una convergenza con i verdi del leader Julien Bayou presenti all’interno della coalizione di Mélenchon e altri deputati sparsi, dall’altra l’ala radicale potrebbe fare ulteriori richieste e pressioni per una rapida riconversione “green”, l’estromissione anticipata delle risorse fossili dai piani energetici nazionali, oltre che una sospensione del nucleare.

Una serie di sfide con riflessi regionali e planetari, dove Macron dovrà cercare di mediare al meglio pena lo stallo e il fallimento delle sue promesse.

Leggi anche
Esteri
di Maria Michela D'Alessandro 4 min lettura
Il presidente francese Emmanuel Macron a Marsiglia.
elezioni
di Monica Frassoni 5 min lettura