I paesini italiani rinascono con la tecnologia

Si chiama “Paesini”. Un racconto itinerante, tra sentieri e vallate del nostro territorio, fatto di storie, persone e piccole località.
Il progetto è nato a seguito dell’emergenza pandemica, dalla collaborazione tra What Italy is, un collettivo di content creator, e EOLO, una società benefit che si occupa di tecnologia wireless.
Il fil rouge che unisce e attraversa tutte le storie (52 per la precisione) riportate sui profili social di EOLO è il desiderio di una vita svincolata dai ritmi frenetici delle grandi città, immersa nella natura; la scelta di restare o tornare ad abitare in una piccola comunità, senza però rinunciare alle opportunità offerte dalla tecnologia e dai nuovi strumenti di lavoro.
Il divario digitale tra grandi città e piccoli centri rimane ancora piuttosto ampio, tanto che secondo l’indice Desi (Digital Economy and Society Index) in Europa siamo 20° per livello di digitalizzazione complessiva. Ma le storie di chi porta avanti progetti in piccoli centri abitati attraverso il mondo dell’Internet sono tante. Vediamone qualcuna.
1) Montereggio, il paese dei librai
Nel cuore della Lunigiana, in provincia di Massa, c’è un borgo di 50 anime che è diventato la prima booktown italiana: Montereggio, il paese dei librai, fa parte del network internazionale “Booktown”, costituito da cittadine europee che vivono di letteratura, librerie e festival letterari. Un luogo che pare sospeso nel tempo, incastonato tra le verdeggianti colline toscane.
Passeggiando per i vicoli ci si accorge che la toponomastica del luogo è interamente dedicata a nomi di editori che hanno dato il loro contributo alla cultura e allo sviluppo dell’editoria italiana. Una tradizione secolare, cominciata sin dall’Ottocento, quando i librai erano mercanti ambulanti, che si spostavano dai promontori sino alla pianura con le loro ceste colme di volumi.
Montereggio è teatro di svariate iniziative culturali, tra cui il festival del fumetto “Nuvole su Montereggio” e del “Premio Bancarelle” (nato nel 1953 su iniziativa de La Fondazione Città del Libro e delle Unioni Librai Pontremolesi e delle Bancarelle) che deve la sua fortuna nel mondo anche alle nuove opportunità digitali.
Manuela dell’Orco, socia di una casa editrice indipendente di Montereggio nelle storie pubblicate sui canali social di EOLO racconta la storia e il fascino del paese, ma anche dell’impatto di internet sul mondo dell’editoria, soprattutto in una piccola località come la sua.
2) L’Associazione Impatto a Vittorio Veneto per ridurre il nostro impatto sull’ambiente
A pochi chilometri da Treviso, sorge il comune di Vittorio Veneto. Il nome è un omaggio alla battaglia combattuta e vinta dall’esercito italiano contro quello austro-ungarico durante il primo conflitto mondiale e che divenne decisa per la fine della guerra.
Qui nel 2020, Francesca Rancan ha fondato l’associazione Impatto: un team di 12 ragazzi della generazione Y che si pone come obbiettivo quello di aiutare a cambiare a piccoli passi le proprie abitudini per ridurne l’impatto ambientale.
Per farlo, si servono di uno strumento divertente: lanciano sfide online con l’hashtag #impattochallenge, che incoraggiano a testare alternative più sostenibili. Sui loro profili social, promuovono corsi e campagne di sensibilizzazione e raccontano tutte le proprie attività su un blog e in un podcast dedicato.
3) Il cinema di Vetralla
Tra Viterbo e Tarquinia, nella suggestiva cornice della Tuscia laziale, vi è il paesino di Vetralla. La storia legata alla località nel viterbese è quella della Cooperativa di Comunità Meraviglia, un progetto culturale per rimettere a nuovo il vecchio cinema del paese.
«La nostra Cooperativa è nata nel 2020 grazie a un crowfounding che ha ottenuto un enorme successo. Il nostro obiettivo a lungo termine è riportare in vita il cinema di Vetralla, un luogo molto caro alla comunità: era un cinema negli anni ’30, trasformato in una sala da ballo fino agli anni ’80», racconta la presidente Diana Ghaleb.
Secondo lei, il cinema, come la letteratura, è fondamentale nella vita persone. Ecco perché riportare in vita il cinema del centro storico, nato negli anni ’30 e convertito in una sala da ballo fino agli anni ’80, sarebbe un passo decisivo per la rinascita culturale di Vetralla.
Negli ultimi 2 anni, la cooperativa ha organizzato eventi culturali dedicati agli amanti del cinema e del teatro, ma per riattivarlo servono davvero e in modo permanente servono tempo e risorse e anche per questo, sta lanciando una nuova campagna di crowdfounding.