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Incendio all’impianto di Malagrotta: è allarme diossina

Non si conoscono con certezza cause e danni, ma le fiamme divampate dall’ex discarica romana hanno scatenato panico tra la popolazione. Ora bisogna fare i conti con un altro pericolo: quello dell’aria contaminata
Credit: Vigili del fuoco

Incendio impianto rifiuti Malagrotta, ultima ora: cosa è successo?

Mercoledì sera, 15 giugno poco prima delle 18.00, per cause ancora da accertare, è divampato l’incendio all’impianto Tmb di Malagrotta nel territorio di Roma. Una sessantina di vigili del fuoco intervenuti in via Malagrotta 257 hanno lavorato tutta la notte, muniti di autorespiratori, per domare le fiamme e per evitare che interessassero altre strutture lì vicine.

Sono intervenuti venti automezzi tra cui due aeroportuali con rinforzi provenienti dai comandi di Lazio, Campania, Abruzzo, Toscana, Umbria e Marche. Inviato anche il cosiddetto «Dragon», il mezzo con cannone idrico che viene usato per lo spegnimento di incendi aeroportuali ad alto potenziale calorifero per la presenza di carburante nei serbatoi degli aerei.

Ad andare in fiamme, i rifiuti e gli impianti del Tmb (Trattamento meccanico biologico) contenuti in due capannoni industriali, da 20 mila e 10 mila metri quadrati, che fortunatamente però non sono collassati.

L’incendio all’impianto di rifiuti laziale potrebbe essere partito (ma tutto è ancora da accertare) dalla vasca di stoccaggio del cdr, il combustibile ricavato dal Tmb e dalle balle di rifiuti da mandare nell’impianto. Le fiamme avrebbero danneggiato anche il Tmb2 della E. Giovi che tratta 900 tonnellate di rifiuti al giorno.

Il rogo è stato da subito molto visibile con fiamme alte e nubi di fumo denso che si propagavano nella zona. Molte infatti le chiamate di emergenza arrivate dagli operatori del sito e dai cittadini della zona.

Le notizie sull’incendio dell’ultima ora dicono che tutti gli operai che erano al lavoro nell’impianto sono fuori pericolo e sono stati rimandati a casa per preservarli dalle nubi tossiche sprigionate.

Oggi la situazione è sotto controllo ma ci vorranno giorni per spegnere anche la più piccola fiamma. Tra il materiale andato in fumo ci sarebbero plastica e carta ma anche sostanze non riciclabili. I vigili del fuoco per questo sono intervenuti anche con mezzi speciali per la rilevazione di sostanze tossiche, visto il colore e l’odore acre nell’area.

Discarica di Malagrotta oggi, cosa fare

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha disposto con un’ordinanza, “per un periodo non superiore a 48 ore, in virtù del principio di precauzione” e per un raggio di 6 km dal luogo dell’incendio dell’impianto di rifiuti, la sospensione delle attività scolastiche e dei centri estivi, pubblici e privati; il divieto di consumo degli alimenti di origine animale e vegetale prodotti nell’area individuata; il divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile; di utilizzo dei foraggi e cereali destinati agli animali, raccolti nell’area individuata. Decisa quindi la chiusura della vicina sede del Consiglio Regionale alla Pisana e degli asili nido e materne della zona.

Si raccomanda inoltre per di limitare le attività all’aperto, con particolare riguardo a quelle di natura ludico sportiva e di mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti. Un provvedimento simile è stato emesso anche dal sindaco di Fiumicino Esterino Montino.

Molti i quartieri coinvolti per l’incendio dell’ex discarica: Ponte Galeria, Piana del sole, Monte Stallonara, Pisana, Casetta Mattei, Corviale, l’area dell’Aurelia più vicina al Raccordo Anulare, Maglianella, una parte di Casal Selce e Casal Monastero, Boccea, Castel di Guido.

Tutta questa zona deve ora fare i conti con gli effetti dell’incendio: oggi si pensa al disagio che si verrà a creare nella cittadinanza nell’area dell’ordinanza e alla filiera dei rifiuti di Roma.

Incendio Malagrotta diossina, è allarme

«L’incendio all’impianto di rifiuti di Malagrotta è un disastro ambientale di dimensioni incalcolabili», affermano in molti. Sul posto gli esperti di Arpa e Asl sono al lavoro per capire e monitorare le quantità di inquinanti che sono stati dispersi in aria. Sfortunatamente con l’incendio, la diossina torna agli onori delle cronache. L’incendio ha interessato anche una vasca di stoccaggio combustile solido, uno degli impianti dove vengano trattati i rifiuti della Capitale.

L’Agenzia regionale per l’ambiente avverte: «Oltre al rischio diossina liberata nell’aria ci sono i depositi di gas e benzina adiacenti che sono stati allertati. All’interno del capannone sono stoccati rifiuti. I primi risultati delle verifiche si avranno nei prossimi giorni, nel frattempo si consiglia ai cittadini residenti nell’area di 1 km di tenere chiuse le finestre delle proprie abitazioni», afferma il direttore generale, Marco Lupo.

Anche da Roma arriva un monito per la popolazione capitolina e gli abitanti delle zone limitrofe: “Si raccomanda a titolo precauzionale, alla popolazione presente nel raggio di un chilometro dalla zona dell’incendio di: non sostare nei pressi dell’area interessata dall’incendio; mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti; non utilizzare al momento i condizionatori d’aria; in caso di emergenza contattare il Numero Unico Emergenze 112 o la Sala Operativa h24 della Protezione Civile di Roma Capitale al numero verde 800 854 854 o al numero 06 67109200”.

L’allarme maggiore dopo l’incendio di Malagrotta oggi è per le diossine. L’Istituto superiore di sanità indica come tossine un gruppo di sostanze, le policlorodibenzodiossine, i policlorodibenzofurani e alcuni policlorobifenili che hanno caratteristiche chimiche, fisiche e tossicologiche tra loro molto simili. Diossina è il nome di una sostanza tossica, la tetraclorodibenzo-p-diossina (Tcdd), formata da cloro, carbonio, idrogeno e ossigeno.

Le diossine derivano infatti da processi naturali di combustione, oppure da specifiche attività umane quali l’incenerimento di rifiuti o i processi di produzione industriale. E l’incenerimento dei rifiuti che contengono cloro emette tale sostanza. La soglia massima di tollerabilità è stata fissata dall’Organizzazione mondiale della Sanità in un trilionesimo di grammo al giorno per kg di peso: 8 milionesimi di g per kg causano malformazioni ai reni e al palato nei feti. La diossina, in alte dosi, potrebbe provocare anche cloracne, una malattia della pelle.

Incendio all’impianto di rifiuti di Malagrotta, si poteva evitare?

Dopo l’incendio, il sindaco di Roma Gualtieri ha lanciato un altro l’allarme su quello che è già un grave problema per la Capitale e le zone limitrofe: la raccolta e smaltimento rifiuti.

«L’incendio del Tmb non è solo un grave incidente costituisce un danno significativo per il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Roma, su cui avrà inevitabili conseguenze immediate. Siamo già al lavoro - ha assicurato il sindaco - per ricollocare quanto prima le quantità trattate dall’impianto danneggiato e indirizzarle su altri impianti di trattamento e sui successivi sbocchi. Metteremo tutto il nostro impegno per affrontare questa grave emergenza. Ringrazio - ha concluso - le squadre dei Vigili del Fuoco, le forze dell’ordine, la polizia locale e i volontari della protezione civile per il loro prezioso lavoro».

Molti abitanti del quartiere che hanno passato la notte a monitorare l’incendio all’ex discarica denunciano questo come un disastro evitabile. Da almeno dieci anni alcuni rappresentanti del comitato Valle Galeria Libera avevano espresse serie preoccupazioni, per ridare dignità al territorio, che ancora ospita la struttura. Vicino infatti ci sono pascoli, orti e allevamenti. “È un disastro ambientale preannunciato” secondo molti.

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