Futuro

Il robot ha la pelle umana

In Giappone è stato ricoperto un dito robotico con derma umano sintetico, capace di autoripararsi in caso di ferite. Si è aperta una nuova frontiera per creare androidi sempre più simili a noi
Dito robotico rivestito di pelle umana.
Dito robotico rivestito di pelle umana. Credit: Shoji Takeuchi
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10 giugno 2022 Aggiornato alle 15:00

No, quello che galleggia in un liquido violaceo non è il dito di Terminator, ma poco ci manca. Perché per la prima volta, in Giappone, un dito robotico è stato completamente rivestito di pelle umana “vivente”, aprendo le porte a una nuova frontiera degli androidi del futuro.

I ricercatori dell’Università di Tokyo, in uno studio pubblicato su Matter, hanno descritto quanto sono stati in grado di fare: realizzare un dito con pelle umana elastica e idrorepellente, capace perfino di rigenerarsi e ripararsi in caso di ferite, grazie all’aiuto di un particolare cerotto di collagene.

Questo esperimento è un primo passo verso la creazione di robot sempre più dalle sembianze umane, anche se il dito «appare un po’ sudato quando è appena fuori dal mezzo di coltura - racconta Shoji Takeuchi, tra gli autori dello studio - Siccome il dito è mosso da un motore elettrico, è interessante sentire i suoi rumori in armonia con un dito che sembra vero», ha aggiunto.

Solitamente le componenti robotiche venivano realizzate in silicone. In questo caso invece sono stati realizzati degli strati di pelle (come dei fogli) partendo proprio da cellule umane, ma i primi tentativi non hanno avuto successo.

Poi, hanno escogitato un modo che comprendeva l’immersione del dito robotico in una soluzione di collagene e cellule del tessuto connettivo umano (fibroblasti) e questa sorta di miscela si è attaccata al dito.

Successivamente, una volta formata la base, è stato deposto un altro strato di cellule dell’epidermide (cheratinociti) conferendo un aspetto più realistico e soprattutto dando vita a un materiale in grado di reggere l’umidità. La pelle è risultata elastica e in grado di adattarsi ai movimenti del dito artificiale.

Inoltre, con un particolare sistema tramite cerotto può auto ripararsi ma restano problemi relativi alla durata e alla delicatezza, quesiti che i ricercatori intendono risolvere dotando la pelle di nuovi elementi come neuroni sensoriali, follicoli piliferi, unghie e ghiandole sudoripare.

«Penso che la pelle viva sia la soluzione definitiva per dare ai robot l’aspetto e il tocco delle creature viventi poiché è esattamente lo stesso materiale che ricopre i corpi degli animali - ha spiegato soddisfatto Takeuchi, che ha sottolineato come gli esperti siano rimasti - sorpresi dal modo in cui il tessuto cutaneo si adatta alla superficie del robot. Ma questo lavoro è solo il primo passo verso la creazione di robot ricoperti di pelle viva», ha precisato.

Per gli esperti, rendere i robot sempre più “umani” ci aiuterà ad apprezzarli di più e connetterci con loro, in modo che in futuro possano giocare sempre più ruoli in campo medico e dei servizi.

«Questi risultati mostrano il potenziale di un cambio di paradigma dalla robotica tradizionale al nuovo schema della robotica bioibrida che sfrutta i vantaggi sia dei materiali viventi che dei materiali artificiali», chiosano gli esperti.

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