Diritti

La protesta dei dipendenti di TikTok

Un’inchiesta del Financial Times ha rivelato le fragilità della cultura aziendale all’interno della divisione e-commerce inglese del social network. Che ha spinto il dirigente Joshua Ma a rivedere le sue posizioni
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
10 giugno 2022 Aggiornato alle 19:10

Nel corso di una cena, il capo della divisione e-commerce di TikTok Europe Joshua Ma avrebbe dichiarato che in quanto «capitalista», secondo le sue parole riferite dal Financial Times, «non crede» che le aziende debbano offrire il congedo di maternità.

Una tesi che di recente ha trovato sostegno anche in Italia, ma che è risultata anacronistica rispetto alle lancette del Big Ben di Londra, dove nel corso del tempo i dipendenti di TikTok Shop hanno intrapreso un esodo di massa per protestare contro la cultura aziendale della società asiatica.

Almeno 20 dipendenti dell’azienda, circa la metà del personale originario, avrebbero infatti lasciato l’attività dal lancio del servizio di e-commerce sul mercato inglese, il primo fuori dai confini nazionali.

«Le persone se ne vanno ogni settimana, è come un gioco», ha dichiarato un impiegato attuale, «ogni lunedì chiediamo chi è stato licenziato e chi ha smesso».

La giornata di lavoro, come si apprende dalla testimonianza di 10 dipendenti raccolta dal FT, inizia la mattina presto per rispondere alle chiamate della direzione in Cina e si prolunga fino a sera con le dirette streaming, delle quali sono richiesti immediati rapporti sul feedback per un tempo che spesso supera le 12 ore.

Diversi dipendenti si sono ammalati per lo stress, afferma il FT, mentre alcuni membri del personale sono stati rimossi o retrocessi dopo aver preso un congedo. Chi non ha raggiunto gli obiettivi o non ha risposto alle richieste di lavoro fuori orario è stato individuato e rimproverato sul sistema di messaggistica interno dell’azienda.

«La cultura è davvero tossica. Le relazioni si basano sulla paura, non sulla cooperazione», ha affermato un ex team leader della società. «Non si preoccupano del burnout perché è un’azienda di grandi dimensioni, gli basta sostituirti».

Anche il modello di business sembra non essere idoneo al mercato europeo. Diversi grandi marchi sono stati incentivati a politiche di sconto inferiori ai loro standard per favorire le vendite sulla piattaforma, e i dipendenti costretti a negoziare sul prezzo in modo aggressivo o a raggiungere target di profitto superiori alle reali possibilità di guadagno dell’azienda.

In seguito all’inchiesta condotta dal FT, Joshua Ma ha deciso di fare un passo indietro e prendersi una pausa. «Speriamo che questa dolorosa esperienza ci renda una squadra più forte, più unita e migliore a lungo termine», ha dichiarato in un’email inviata mercoledì al suo staff.

«Il benessere del nostro team è la nostra massima priorità», si legge nella mail dal titolo Mantenere una cultura lavorativa positiva, nella quale il dirigente afferma che «la leadership sostiene al 100% l’uso delle ferie annuali per ricaricarsi completamente e trascorrere del tempo con amici e familiari».

Patrick Nommensen è stato annunciato come suo successore a interim. TikTok non ha rilasciato dichiarazioni.

Leggi anche
social
di Chiara Manetti 5 min lettura
social network
di Alessia Ferri 4 min lettura