Ambiente

L’inspiegabile incapacità di promuovere l’efficienza energetica

Così il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia, Fatih Birol, ha definito l’inazione dei leader mondiali. Che, tra le altre cose, incentiva il caro-bollette e la dipendenza dalle fonti fossili
Faith Birol, direttore dell'Agenzia internazionale dell'energia
Faith Birol, direttore dell'Agenzia internazionale dell'energia Credit: EPA/Ole Berg-Rusten NORWAY OUT
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9 giugno 2022 Aggiornato alle 11:00

«Abbassare il riscaldamento di uno o due gradi e non tenere troppo a lungo accesa l’aria condizionata. Se lo facciamo tutti, comprese le aziende, quest’anno risparmieremo dieci miliardi di metri cubi di gas!».

A ribadirlo ancora una volta, in una dichiarazione destinata ai cittadini europei di pochi giorni fa, è stato il vicepresidente della Commissione Ue con delega al Clima, Frans Timmermans.

Come lui, altri colleghi ai vertici europei stanno sottolineando in continuazione l’importanza di rilanciare le rinnovabili, di puntare sull’idrogeno verde, di trovare insomma tutte le possibili soluzioni di approvvigionamento energetico che siano pulite e in grado di liberarci dalla dipendenza delle fonti fossili, come il gas proveniente dalla Russia.

Eppure, nonostante spinte e appelli, i leader del Pianeta stanno facendo ancora troppo poco, anche semplicemente nel promuovere stili di vita che i cittadini dovrebbero adottare per risparmiare energia.

Una incapacità, quella dei governi nel non riuscire a promuovere a dovere le azioni necessarie per l’efficienza energetica, che secondo il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia, Fatih Birol, è semplicemente “inspiegabile”.

Con questa parola il direttore ha di recente commentato l’inazione dei politici, sostenendo che il risparmio energetico è “assolutamente essenziale” per porre fine alla dipendenza da petrolio e gas russi e ridurre drasticamente le emissioni.

“Inspiegabile” anche perché, senza una promozione su quanto necessario fare, sarà difficile ridurre le bollette delle famiglie.

Le parole di Birol nascono dai dati di una nuova analisi dell’Agenzia internazionale dell’energia che mostra come il raddoppio del tasso di miglioramenti dell’efficienza energetica osservati nell’ultimo decennio potrebbe ridurre, entro il 2030, il consumo energetico globale della stessa quantità utilizzata in Cina ogni anno, facendo risparmiare alle famiglie 650 miliardi di dollari.

Questo ovviamente ridurrebbe anche il consumo di petrolio e gas molto più di quello che la Russia esporta nell’Unione Europea.

Se si investisse in maniera mirata con le attuali tecnologie esistenti la maggiore efficienza energetica sarebbe già possibile, magari continuando a promuovere auto elettriche, pompe di calore, elettrodomestici più efficienti o, così come ricordava Timmermans, rilanciando anche azioni globali attente al risparmio energetico (dai termostati abbassati sino a spostamenti ecologici).

Gli strumenti dunque ci sono «ma inspiegabilmente i leader dei governi e delle imprese non riescono ad agire sufficientemente in questa direzione», dice Birol.

Una spinta globale nella direzione dell’efficienza energetica che, secondo l’Agenzia, ridurrebbe anche il consumo di petrolio di quasi 30 milioni di barili al giorno (circa tre volte la produzione russa nel 2021), così come il consumo di gas e potrebbe anche contribuire a creare 10 milioni di nuovi posti di lavoro, oltre naturalmente a evitare nuove emissioni di CO2 ogni anno.

Allora perché questa spinta non avviene? Appare “inspiegabile”, appunto.

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