Diritti

L’urlo di McCounaghey contro le armi

L’attore premio Oscar, originario del Texas, è intervenuto alla Casa Bianca per schierarsi contro la strage di Uvalde dello scorso 24 maggio
Il discorso dell'attore Matthew McConaughey alla Casa Bianca
Il discorso dell'attore Matthew McConaughey alla Casa Bianca Credit: Chris Kleponis / CNP
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
8 giugno 2022 Aggiornato alle 17:00

Matthew McConaughey conosce bene la cittadina di Uvalde, in Texas. Non è solo il luogo della sparatoria che si è consumata il 24 maggio nella Robb Elementary School, dove un ragazzo di 18 anni ha imbracciato un fucile e una pistola uccidendo 19 bambini e due maestre. È anche la sua città natale.

Lui, 52 anni, è uno degli attori più famosi di Hollywood: vanta decine di premi e riconoscimenti tra cui l’Oscar, nel 2014, per la sua interpretazione in Dallas Buyers Club, il film drammatico da 27 milioni di dollari di incassi negli Stati Uniti.

Ma McConaughey non si limita solo a recitare parti più o meno impegnate, a dirigere e produrre film. L’anno scorso c’era, nell’aria, una sua possibile candidatura alla carica di governatore del Texas, ma a novembre 2021 era stato lui stesso a dichiarare di aver deciso di non farlo.

La sua voglia di fare la differenza, però, non è mai sparita. Ieri, dopo aver incontrato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e vari legislatori repubblicani e democratici, è intervenuto alla Casa Bianca, a sorpresa, per trasmettere un messaggio sulla regolamentazione delle armi, una volta per tutte, in America.

L’attore, in circa 22 minuti di discorso, ha fatto tre richieste: primo, la creazione di un periodo di attesa per l’acquisto di fucili AR-15, semiautomatici, progettati durante la guerra del Vietnam e tra i più utilizzati nelle sparatorie statunitensi.

Secondo, l’aumento dell’età minima per l’acquisto di quel tipo di arma da 18 a 21 anni (basta presentare un documento d’identità e i modelli meno costosi possono essere acquistati a meno di 300 dollari). Terzo: controlli e leggi “red flag più serrati e inaspriti, per un vero controllo delle armi.

Lui e sua moglie Camila Alves (modella, stilista, designer di origini brasiliane, impegnata per i diritti delle donne e grande sostenitrice di cause umanitarie) hanno trascorso le settimane successive alla strage accanto alle famiglie delle vittime. «Sapete cosa chiedono questi genitori? Che i loro figli continuino a vivere. Vogliono dare importanza alla loro perdita», ha detto McConaughey in un commovente discorso davanti ai giornalisti.

Ha mostrato vari oggetti appartenenti ai bambini uccisi, come le scarpe di Maite Rodriguez, che aveva solo dieci anni e voleva diventare una biologa marina. «Maite si prendeva così cura dell’ambiente che, quando la città ha chiesto a sua madre di poter rilasciare in cielo alcuni palloncini in sua memoria, sua madre ha detto “Oh no, Maite non vorrebbe sporcare”». Ha spiegato che sono state le uniche prove in grado di identificarla, di dimostrare che fosse proprio lei.

La madre di McConaughey insegnava all’asilo a meno di un miglio dalla Robb Elementary School. Uvalde, ha spiegato l’attore, è la città in cui «ho appreso il possesso responsabile delle armi». La responsabilità delle armi è una «questione imparziale: non c’è un valore democratico o repubblicano in un singolo atto dei responsabili di queste sparatorie», ha aggiunto.

Il suo appello, dalla sala riunioni di Washington, arriva a pochi giorni da un’altra sparatoria, nel Tennessee, dove sono morte altre tre persone. «È un’epidemia che possiamo controllare», ha detto l’attore. «Bisogna agire in modo che nessuno debba sperimentare ciò che hanno subito i genitori di Uvalde e gli altri prima di loro».

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