Futuro

Batteria a tutta gravità

Ciò che ci consente di rimanere con i piedi ben saldi sulla Terra può diventare una risorsa preziosa per compensare la dipendenza dell’energia solare ed eolica dalle condizioni meteorologiche
La startup energetica Gravitricity prevede di utilizzare pozzi minerari abbandonati per generare energia rinnovabile.
La startup energetica Gravitricity prevede di utilizzare pozzi minerari abbandonati per generare energia rinnovabile. Credit: Alamy
Tempo di lettura 4 min lettura
8 giugno 2022 Aggiornato alle 13:00

Se il funzionamento dei pannelli solari e delle pale eoliche dipende dalle condizioni atmosferiche, sorge spontanea una domanda: quando il cielo è nuvoloso e il vento si placa, quali alternative ci sono? Come spiega la BBC, alcuni parlano di batterie agli ioni di litio, altri di idrogeno verde. Ma potrebbe esserci una terza opzione: la gravità.

Sfruttare una forza immanente sul nostro pianeta come quella gravitazionale potrebbe dimostrarsi un’ottima soluzione. Si tratta di un sistema di accumulo che grazie ai surplus di energia rinnovabile consente di sollevare e rilasciare carichi pesantissimi quando la rete ha bisogno di energia.

Gravitricity, una start-up di ingegneria green con sede a Edimburgo, sta mettendo a punto questa nuova tecnologia. Ad aprile dello scorso anno la società ha testato con successo il primo prototipo di batteria a gravità.

Una dimostrazione su “piccola” scala, con una torre d’acciaio di 15 metri e un peso di 50 tonnellate di ferro sospeso nel vuoto. I motori elettrici hanno piano piano sollevato l’oggetto di metallo per poi farlo scendere gradualmente, alimentando alcuni generatori elettrici grazie alla forza gravitazionale che preme verso il basso.

Questa prima installazione riesce a produrre circa 250 kW di potenza, sufficienti ad alimentare per un breve arco di tempo più o meno 750 appartamenti. Poi, è arrivata l’idea di sfruttare la morfologia del terreno per sostenere i pesi in ferro, come voragini o depressioni per costruire al posto di torri, pozzi in cui calare e sollevare il carico.

Gli ingegneri hanno impiegato l’ultimo anno a visitare le miniere di carbone dismesse in Gran Bretagna, Europa orientale, Sud Africa e Cile. L’idea alla base è, come ha spiegato l’amministratore delegato Charlie Blair alla BBC: “Perché costruire torri quando possiamo usare la geologia?”

È lo stesso identico meccanismo dei sistemi di pompaggio idroelettrico, nati nel secondo dopoguerra per regolare l’attività delle centrali termonucleare e assorbire l’energia in eccesso. In sostanza, si servono dell’energia sprigionata dall’accumulo e dallo spostamento di una massa d’acqua tra due bacini posti a una differente altitudine.

Nel caso della batteria gravitazionale, l’acqua è sostituita da pesi e al posto dei naturali dislivelli tra masse idriche vi sono pozzi in cui sollevare e rilasciare gli oggetti. Ha, d’altro canto, notevoli vantaggi, a partire dal fatto che non è necessario modificare radicalmente le caratteristiche di un territorio con la costruzione, per esempio, di dighe. Il sistema è composto da pesi che possono raggiungere anche le 5000 tonnellate, cavi d’acciaio e argani elettrici posti ai lati dei pozzi.

Ad Arbedo-Catione, in Svizzera, c’è l’impianto di Energy Vault che invece ha costruito una struttura alternativa: secondo quanto riportato da Swissinfo, si tratterebbe di una gru a tre bracci simmetrici e doppi, alta circa 60 metri e che solleva e impila grandi masse da 35 tonnellate ciascuna, per accumulare energia potenziale per calarle giù e ricavarne energia elettrica. Dovrebbe riuscire ad alimentare per 8 ore circa 1500 abitazioni.

Con gli investimenti ricevuti (402 milioni di dollari), la compagnia ha lanciato poi un nuovo prototipo: somiglia a un edificio che contiene e trasporta migliaia di pesi su un sistema di carrelli e ascensori. Potrebbe rivelarsi un modo efficacie per mantenere costanti i livelli di produzione della rete ed evitare danni infrastrutturali e blackout.

Leggi anche
Ambiente
di Redazione 4 min lettura
Ambiente
di Giacomo Talignani 6 min lettura