Ambiente

Il giornalista britannico disperso nella Foresta Amazzonica

Insieme all’esperto indigeno Bruno Araújo Pereira, Dom Phillips si occupava del sostentamento delle popolazioni autoctone. Dalla scorsa domenica, dei due si sono perse le tracce
Credit: Mohmed Nazeeh/unsplash
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
7 giugno 2022 Aggiornato alle 19:00

Desaparesidos na Amazonia”, titola il servizio dell’emittente brasiliana Globo News mentre mostra i volti del giornalista britannico Dom Philips e dell’esperto di cultura e popolazioni indigene Bruno Araújo Pereira.

L’ultimo avvistamento risale a domenica mattina, quando stavano risalendo il fiume Itaquaí, nell’Amazzonia occidentale. I due sono scomparsi senza lasciare traccia, risucchiati dalla fitta vegetazione della Valle del Javari, vicino al confine con il Perù. Si tratta di una delle regioni con la più alta concentrazione di popoli isolati al mondo.

La notizia è comparsa sul quotidiano inglese Guardian, di cui Phillips è collaboratore, ed è stata confermata da due associazioni locali, l’Unione dei Popoli Indigeni della Valle del Javari (Univaja), per la difesa dei diritti collettivi delle popolazioni indigene locali, e l’Osservatorio per i diritti umani dei popoli indigeni isolati (Opi).

I due stavano conducendo alcune ricerche per un libro sulla salvaguardia della natura e il sostentamento delle popolazioni indigene in Amazzonia con il supporto della Fondazione Alicia Patterson. La zona in cui sono scomparsi nel nulla è nota per l’estrazione e la pesca illegale, oltre al traffico di droga, fenomeni che i due stavano monitorando.

Come spiega il Guardian, per questo avevano ricevuto delle minacce di morte nei giorni scorsi.

Pereira, celebre esperto che ha trascorso anni a proteggere decine di tribù che abitano le foreste pluviali dell’Amazzonia, da tempo riceve intimidazioni dai taglialegna, dai pescatori e dai minatori che cercano di invadere queste terre. «Stavano cercando di intimidirlo per indurlo a smettere di monitorare il territorio», ha spiegato al New York Times Leonardo Lenin, un funzionario dell’Opi.

«Spero che vengano ritrovati presto, che siano sani e salvi», ha twittato l’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, di nuovo in corsa per l’incarico in vista delle elezioni del 2 ottobre in cui sfiderà Jair Bolsonaro.

L’attuale presidente non ha commentato la scomparsa di Philips e di Pereira, che nel 2019 aveva denunciato lo smantellamento del Funai sotto il governo di Bolsonaro.

«Con Bolsonaro la situazione è degenerata perché gli invasori si sono sentiti rafforzati e sono diventati più aggressivi», ha spiegato al Guardian Beto Marubo, un importante leader indigeno della regione che conosce i dispersi. In particolare, dopo l’omicidio del dipendente del Funai Maxciel Pereira dos Santos, nel 2019, il clima è diventato molto più pericoloso.

Dom Philips ha lavorato per il Washington Post, il New York Times e il Financial Times e vive in Brasile da circa 15 anni, nella città di Salvador, all’interno dello Stato di Bahia. Sua moglie Alessandra Sampaio ha mosso un appello alle autorità locali: «Le nostre famiglie sono disperate, mentre vi parlo loro sono scomparsi da più di 30 ore […] e nella foresta ogni secondo potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte».

La speranza è che abbiano dovuto interrompere il viaggio per un qualche problema meccanico ai mezzi su cui si stavano spostando. La sorella Sian Philips, anche lei giornalista, ha pubblicato un video lunedì sera in cui ha chiesto un intervento urgente per ritrovare il fratello scomparso: «Sapevamo che era un posto pericoloso […]. Siamo davvero preoccupati per Dom ed esortiamo le autorità brasiliane a fare tutto il possibile per ripercorrere le rotte che stava seguendo. Se qualcuno potesse aiutare ad aumentare le risorse per la ricerca, sarebbe fantastico: il tempo è fondamentale».

Domenica mattina erano arrivati intorno alle 6 del mattino nella comunità di São Rafael per incontrare e intervistare un leader indigeno, ma non riuscendo a trovarlo si erano spostati in direzione Atalaia do Norte. Era previsto che ci mettessero circa due ore ed erano a bordo di una barca che conteneva abbastanza benzina da poter concludere il viaggio. Eppure, non sono mai arrivati a destinazione. Lo ha comunicato il team di Univaja, dicendo che quelle zone sono dei veri labirinti di corsi d’acqua.

Proprio costeggiando uno dei fiumi della sua amata regione, la scorsa settimana Philips aveva scritto su Instagram un pensiero su quel polmone verde che nel 2007 gli aveva rubato il cuore: “Amazônia sua linda”, Amazzonia, che meraviglia.

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