Ambiente

L’Europa nuota in buone acque

Il report dell’Agenzia europea dell’ambiente sulle aree di balneazione europee attesta livelli di qualità in crescita in tutto il Vecchio Continente. Italia compresa
Credit: Piero Percoco
Tempo di lettura 4 min lettura
12 giugno 2022 Aggiornato alle 21:00

Fatevi un tuffo in Europa, ne vale la pena! Quasi l’85% delle acque di balneazione europee è infatti di qualità eccellente.

Lo certifica il nuovo report dell’Agenzia europea dell’Ambiente e della Commissione europea che ha analizzato lo stato attuale delle acque balneabili del Vecchio Continente. Secondo la ricerca, solo l’1,5% dei bacini europei sono di scarsa qualità.

Tutti i dati si riferiscono al 2021 in base a un monitoraggio effettuato in 21.859 siti negli Stati membri più Albania e Svizzera: l’84,8% dei siti di balneazione europei aveva standard eccellenti mentre quelli minimi sono stati rispettati da almeno il 95,2% dei siti.

«La relazione è un segnale positivo per chiunque vorrà godersi le meritate vacanze estive in uno dei meravigliosi siti balneabili europei. Che la destinazione sia una spiaggia greca, un lago ungherese o un fiume francese, si può essere certi che la maggior parte delle acque di balneazione è di qualità eccellente. Si tratta di una buona notizia per l’ambiente, per la nostra salute e per il settore del turismo europeo, in fase di ripresa dopo la pandemia. È nostra ferma intenzione mantenere questi standard e compiere ulteriori passi avanti per conseguire l’obiettivo inquinamento zero», ha spiegato il commissario Ue per l’Ambiente Virginijus Sinkevičius commentando il report.

Dal rapporto emerge che la qualità di almeno due terzi dei siti costieri dove si fa il bagno è in generale superiore a quella delle acque interne di fiumi e laghi. Se le acque davanti ai lidi di mare raggiungono l’88% di eccellenza, quelle interne sono invece ferme al 78,2%. In generale, va detto che questa eccellenza è in continua crescita da oltre quindici anni, da quando nel 2006 sono state adottate nuove le nuove direttive.

Molto bene le acque di Austria (97,7%), Malta, Croazia, Grecia, Danimarca e Germania e decisamente buona anche la percentuale dell’Italia al 87,9%. Nello specifico su oltre 5.000 siti analizzati in Italia 4.854 risultano di qualità “eccellente”, mentre 373 sono quelli valutati come “buoni”, 154 “sufficienti” e infine 102 “scarsi” e 41 non classificati.

Nel sito dell’Ue, per chi volesse approfondire la qualità delle acque, è stata persino pubblicata una mappa interattiva su ogni singolo sito di balneazione.

Attraverso le disposizioni della direttiva Ue, per stabilire la qualità delle acque, vengono analizzati diversi parametri, come i livelli di batteri fecali reperiti o quelli di inquinamento. La stessa direttiva è quella che indica dove si può o meno fare il bagno proprio a seconda dello standard delle acque.

Per il direttore dell’Agenzia Ambiente europea, Hans Bruyninckx, «i risultati di quest’anno dimostrano che gli oltre 40 anni di lavoro dell’Ue dedicati a migliorare la qualità delle acque di balneazione in tutta Europa hanno giovato alla nostra salute e all’ambiente. Il piano d’azione europeo per l’inquinamento zero e la revisione della direttiva sulle acque di balneazione consolideranno ulteriormente il nostro impegno a prevenire e ridurre l’inquinamento nei prossimi decenni».

Notizie positive e incoraggianti che però necessitano di ulteriori informazioni soprattutto sull’inquinamento chimico delle acque.

La stessa Ue chiosa infatti in una nota ricordando come “gli impatti dell’inquinamento chimico nelle acque interne e costiere sia sulla salute che sulla biodiversità sono attualmente oggetto di valutazione nell’ambito della revisione della direttiva sugli standard di qualità ambientale e della direttiva sulle acque sotterranee”.

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