Diritti

La persecuzione senza sosta dei cristiani in Nigeria

Nella regione Ondo del Paese già vittima di terrorismo, tensioni etnico-religiose e guerra, un nuovo attacco alla chiesa cristiana ha ucciso oltre 50 persone
Donne musulmane nigeriane camminano tra le macerie della città di Kaduna, devastata dalle bombe nell'aprile 2012
Donne musulmane nigeriane camminano tra le macerie della città di Kaduna, devastata dalle bombe nell'aprile 2012 Credit: EPA/RUTH MCDOWALL
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6 giugno 2022 Aggiornato alle 19:00

Un gravissimo attacco armato è stato condotto ieri contro una chiesa cristiana nel sud ovest della Nigeria, nella regione di Ondo, durante lo svolgimento della messa.

Un gruppo di uomini armati ha circondato l’edificio e fatto irruzione aprendo il fuoco contro i fedeli presenti, uccidendo oltre 50 persone fra uomini, donne e bambini.

Un atto che ha prodotto un forte shock nelle comunità locali e nel Paese, già scosso da anni di guerra, terrorismo, tensioni religiose ed etniche: «Nella storia di Ondo non abbiamo mai sperimentato un così violento attacco. Questo è troppo», ha affermato il legislatore Ogunmolasuyi Oluwole.

Temendo una degenerazione della situazione, il governatore della regione Arakunrin Akeredolu ha subito mosso un accorato appello ai propri cittadini: «chiedo alla nostra gente di rimanere vigile e calma. Non fatevi giustizia da soli. Ho parlato con i capi della sicurezza e mi hanno assicurato che gli agenti saranno dispiegati per monitorare e riportare la normalità».

L’assalto compiuto da forze sconosciute è solo l’ultimo drammatico episodio di una violenta escalation contro i cristiani nigeriani. Una settimana prima dell’attacco di domenica, il capo della Chiesa Metodista nigeriana era stato rapito con altri due chierici e aveva dovuto pagare un riscatto di 240.000 dollari, mentre tuttora altri due preti cattolici sono ancora in ostaggio.

Una serie di violenze che tormentano da tempo la Nigeria, nazione fra le più popolose del continente, la quale al suo interno è divisa in due a livello religioso, con i cristiani che rappresentano quasi il 50% dei fedeli, esattamente come la controparte islamica. Confessioni a loro volta suddivise in diverse correnti e attraversate da numerose faglie etniche e tribali.

A partire dal 2009, la parte nord orientale del Paese ha visto lo svilupparsi di un’insurrezione guidata dal gruppo terrorista e fondamentalista islamico Boko Haram contro il governo centrale, che nel giro di 12 anni ha provocato direttamente e indirettamente fino a 350.000 morti con milioni di profughi interni.

L’estensione del conflitto, con il coinvolgimento diretto dell’esercito nigeriano e delle nazioni confinanti, ha comportato un netto aumento della tensione religiosa, specialmente nei confronti dei musulmani moderati e dei cristiani.

Tanto che ora la Nigeria è considerata uno dei posti più a rischio per le persone di fede cristiana, con il maggior numero di fedeli morti al mondo nell’anno 2021.

Secondo l’indice dell’organizzazione Open Doors, “fra il novembre 2020 e l’Ottobre 2021, circa 4.650 cristiani sono stati uccisi in Nigeria, un numero più alto rispetto all’anno precedente”.

Nonostante il persistere di attacchi, minacce, rapimenti, attuati anche dal banditismo locale, circa un anno fa il dipartimento di Stato americano guidato da Antony Blinken ha rimosso la Nigeria da una speciale lista che designa i Paesi a rischio per le violenze religiose e nel maggio del 2022 il Segretario dell’Onu Antonio Guterres ha espresso soddisfazione sul miglioramento della situazione nel Paese.

Miglioramento che è stato fermato dall’ultimo grave attacco occorso pochi giorni fa.

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