Ambiente

Come ti decarbonizzo l’aviazione

Il Dipartimento d’aeronautica dell’Imperial College London ospiterà un nuovo centro di ricerca con l’obiettivo ambizioso di rendere più sostenibili i voli
Credit: Gautam Ramuvel/unsplash
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
3 giugno 2022 Aggiornato alle 13:00

Un istituto di ricerca per rendere i voli aerei più ecosostenibili. A inaugurarlo è l’università britannica Imperial College London grazie a un fondo di 25 milioni di sterline messo a disposizione dall’ex studente Brahmal Vasudevan, a cui l’istituto è intitolato, insieme alla moglie Shanthi Kandiah.

La donazione, secondo quando dichiarato dall’università stessa, è «una delle più grandi nella storia del College», e permetterà all’istituto di concentrarsi sullo sviluppo delle tecnologie necessarie per supportare la transizione dell’industria aeronautica verso l’inquinamento zero.

«Siamo profondamente grati a Brahmal e Shanthi per la loro generosità e visione. Ci hanno fornito un’opportunità senza precedenti per affrontare una delle più grandi sfide nella lotta al cambiamento climatico», ha dichiarato la presidente dell’Imperial College Alice Gast.

«Andare verso l’inquinamento zero è un compito mastodontico e l’aviazione, in particolare, è un settore complicato da decarbonizzare», ha commentato Brahmal Vasudevan, oggi amministratore delegato della società di private equity Creador. E ha aggiunto: «Affrontare il problema in modo sistematico e coerente per raggiungere l’obiettivo di un’economia sostenibile a zero netto richiede alti livelli di eco-innovazione per avere successo».

Oggi il settore dell’aviazione è responsabile di circa il 2% delle emissioni globali di CO2, e secondo l’Agenzia internazionale dell’energia il numero di passeggeri e i volumi di carico sono destinati a crescere nei prossimi decenni. Nonostante l’impegno professato da diverse compagnie aeree per fare fronte a questa emergenza, al momento l’unica soluzione efficace sembra quella di ridurre il numero dei voli.

Per questo la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021 (COP26) ha visto la nascita dell’International Aviation Climate Ambition Coalition, attraverso la quale gli Stati membri si sono impegnati ad adottare una serie di misure per ridurre l’impatto ambientale dell’aviazione, come l’impiego di carburanti sostenibili e lo sviluppo di tecnologie pulite.

In questa direzione andranno le ricerche interdisciplinari del nuovo Istituto Brahmal Vasudevan, che riguarderanno in primo luogo «lo sviluppo e l’esplorazione di nuove tecnologie di propulsione a basso e zero inquinamento e gli sviluppi associati nei motori, nell’aerodinamica, nelle strutture, nei materiali, nei sistemi di alimentazione, nel controllo e nella configurazione degli aeromobili».

«Sappiamo che il volo sta dando un contributo diretto al cambiamento climatico. Ci offre anche molti vantaggi: riunisce le persone, sostiene il commercio, la ricerca, la crescita economica, l’assistenza medica, l’internazionalismo e consente il collegamento tra aree remote e urbane. È necessario apportare modifiche urgenti, ma dobbiamo anche garantire che il processo si svolga senza intoppi, in modo equo e trovando una strada per mantenere i vantaggi economici e sociali del volo», ha dichiarato Paul Robinson, capo del Dipartimento di aeronautica che ospita il nuovo istituto.

Nato agli inizi del Novecento dalla fusione del Royal College of Science con la Royal School of Mines e il City and Guilds of London Institute, l’Imperial College è un istituto di eccellenza che vanta 14 premi Nobel – incluso quello per la penicillina assegnato ad Alexander Fleming – e una serie di studenti illustri tra cui l’ex primo ministro dell’India Rajiv Gandhi e Brian May, che dopo essersi laureato con lode in Fisica ha sospeso il dottorato in Astronomia per prendere parte ai Queen.

Leggi anche
cieli
di Caterina Tarquini 3 min lettura
Città
di Maria Michela D'Alessandro 2 min lettura