La Dichiarazione di Varsavia per la salute mentale dei minori
L’invasione in Ucraina. La pandemia. Le migrazioni di massa dovute alla povertà e alla violenza in Africa, Medio Oriente e nelle Americhe. Tra le milioni di persone che stanno subendo le conseguenze di tutte queste crisi, c’è una categoria che sta soffrendo più delle altre: i bambini.
Il 27 maggio si è tenuto a Varsavia il convegno “Come garantire e promuovere la salute mentale durante la guerra: valutare e rispondere all’impatto del trauma attraverso lo sviluppo del bambino e dell’adolescenza”, organizzato da Telefono Azzurro e Fondazione Child, in collaborazione con l’Associazione Mondiale di Psichiatria, l’organizzazione internazionale che associa le Società di Psichiatria nazionali di tutto il mondo, per discutere della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze su bambini e adolescenti.
Lo scopo dell’evento era trovare strumenti efficaci a tutela dei minori atti anche a garantire loro il supporto psicologico dovuto a fronte di traumi di tale portata: Telefono Azzurro spiega che circa la metà degli 8 milioni di rifugiati in fuga dalla guerra sono bambini e adolescenti. E la metà non è accompagnata dai genitori.
E allora ecco un piano d’azione per proteggerli e garantire loro un solido futuro: la Dichiarazione di Varsavia. Un appello all’azione globale e un impegno a sviluppare una risposta congiunta per affrontare i bisogni di salute mentale di bambini, adolescenti e delle loro famiglie.
Il 19 maggio 2022, spiega la dichiarazione, la first lady ucraina Olena Zelensky ha parlato delle conseguenze psicologiche a lungo termine dell’invasione russa, impegnandosi a ricostruire l’Ucraina e a prendersi cura della salute mentale di tutti gli ucraini, ma soprattutto dei giovani. Un impegno che va ampliato al mondo intero.
Come spiega Telefono Azzurro, i disturbi della salute mentale sono tra le patologie più comuni che colpiscono i giovani: “Circa la metà della popolazione mondiale soffrirà di un disturbo mentale a un certo punto della sua vita: il 75% di tali disturbi si presenta prima della fine dell’adolescenza, il 50% prima della fine dell’infanzia”.
Il Covid-19 non ha fatto altro che peggiorare la situazione: “Almeno il 20% dei giovani ha disturbi dell’umore o d’ansia. Le visite al pronto soccorso per problemi di salute mentale sono aumentate di più del 25% in alcune comunità, con un drammatico incremento dei tentativi di suicidio e dei casi di overdose”.
La Dichiarazione di Varsavia si sviluppa in otto punti: in primis “impegnarsi pubblicamente per una call-to-action unificata con una campagna di sensibilizzazione globale in risposta alla crisi della salute mentale dei bambini e degli adolescenti”.
Poi, la seconda richiesta è quella di convocare un vertice mondiale che coinvolga capi di Stato, leader di organismi internazionali, leader aziendali, leader religiosi, scienziati, medici, Ong, centri accademici e altre parti interessate, per sviluppare un piano d’azione internazionale e dettagliato.
Necessario, poi, sviluppare un piano progressivo per la formazione e l’ampia diffusione dei servizi di prevenzione sulla base di dati, valutazioni, pronto intervento e assistenza attualmente disponibili. Cosa che include uno screening su larga scala dei disturbi mentali a livello di collettività.
Dare l’avvio a programmi di ricerca innovativi e di alta qualità, accessibili in più lingue e in grado di ottimizzare l’utilizzo delle forniture a distanza e online, tramite tablet, smartphone e web. In collaborazione con le aziende tecnologiche e gli innovatori clinici, utilizzare nuovi strumenti come il Metaverso, l’apprendimento automatico e l‘intelligenza artificiale per aumentare l’accesso agli interventi basati sull’evidenza di dati.
Stesso discorso per i programmi di formazione professionale di alta qualità nel campo della salute mentale, oltre a un progetto su larga scala per i medici di famiglia e altri professionisti del settore medico.
Ultimo punto, ma non per questo meno importante: “Che i governi e le istituzioni private aumentino le risorse a disposizione di psichiatri, psicologi e altri professionisti della salute mentale per espandere i servizi di diagnosi, trattamento e riabilitazione per i bambini in crisi”. Affinché la salute mentale sia una volta per tutte al centro del dibattito.