Ambiente

Hai mai giocato al Climate Game?

Il Financial Times ha pubblicato un nuovo videogioco per imparare a mettere in atto politiche green vincenti. Come un ministro dell’Ambiente!
Credit: via ft.com
Tempo di lettura 3 min lettura
3 giugno 2022 Aggiornato alle 21:00

Non è il primo, e di sicuro non sarà l’ultimo, ma il nuovo videogioco del Financial Times, The Climate Game, si aggiunge agli sforzi globali contro il cambiamento climatico, dando la possibilità al giocatore di diventare un ministro dell’Ambiente.

Ciò che lo rende così interessante è la sua abilità di informare il pubblico della necessità di mettere in atto politiche ambientali efficienti, restando interattivo e coinvolgente. Lo scopo, infatti, è ridurre le emissioni di CO2, raggiungere il net zero di gas serra, e proteggere le generazioni future dal progressivo inquinamento ambientale. Tutto questo garantendo l’abitabilità del nostro Pianeta.

Ma come si gioca? A dire il vero è molto intuitivo: per riuscire a limitare il riscaldamento globale e raggiungere il target imposto dall’Accordo di Parigi, basta scegliere la migliore linea d’azione. Il giocatore, infatti, deve rispondere a domande a risposta multipla sulle politiche dei 4 settori principalmente responsabili delle emissioni: elettricità, trasporti, infrastrutture e industria.

Inoltre, deve prestare particolare attenzione a due indicatori: la riduzione di CO2 e i 100 “effort points” messi a disposizione. Questi ultimi rappresentano tutti quei fattori non strettamente scientifici che determinano il successo o il fallimento delle proprie scelte, tra cui la cooperazione internazionale, l’innovazione e la ricerca, e le politiche di adattamento.

Su questa base, a ogni domanda e linea d’azione corrisponde un certo numero di punti. In pratica, il giocatore è messo nella condizione di valutare di volta in volta su cosa vuole investire e quanto vuole “spendere”, usando un ragionamento simile a quello che viene usato dagli Stati nel mondo reale. Attenzione, però, alle risposte “sbagliate” che possono portare a idee fallimentari!

Andando avanti, infatti, ogni risposta costa sempre più “effort points” e alcune possono diventare proibitive se sono state precedentemente scelte linee d’azione “sbagliate”. I punti, poi, possono anche essere “rubati” per affrontare disastri ambientali causati o influenzati dall’uomo. Al contrario, vengono regalati “effort points” extra se le proprie decisioni hanno portano a cambiamenti comportamentali sostanziali e a politiche ambientali efficienti.

Ma perché creare un videogame nuovo se ne esistono già degli altri? Perché The Climate Game mette il giocatore di fronte a decisioni probabili e a risultati finali verosimili. In fase di progettazione, il Financial Times ha consultato esperti e ha tratto ispirazione da rapporti scientifici, tra cui il Net Zero by 2050 e dai tre percorsi di riduzione delle emissioni usati nel World Energy Outlook del 2021, entrambi pubblicati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia.

Il gioco, inoltre, considera altri inquinanti, compreso l’impiego industriale del suolo che, a causa della deforestazione e dell’agricoltura meccanizzata, contribuisce ad almeno un quarto delle emissioni create dall’uomo. Di conseguenza, il giocatore, alla fine del proprio “mandato”, vedrà previsioni e grafici personalizzati.

Se avete 30 minuti, cimentatevi. E in bocca al lupo!

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