Ambiente

Il G7 berlinese è una svolta green?

Dopo la due giorni di confronto nella capitale tedesca, i sette ministri dell’Energia del Gruppo hanno redatto un documento con gli impegni ambientali ed energetici per i prossimi anni. Sul tavolo, rinnovabili, idrogeno e nucleare
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
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30 maggio 2022 Aggiornato alle 17:15

Dalla decarbonizzazione della produzione di elettricità a un ricorso più intenso a energie rinnovabili e idrogeno fino all’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi.

Queste sono state alcune delle promesse fatte nella due giorni berlinese del G7 - che ha chiuso i battenti il 27 maggio - da parte dei ministri di Ambiente, Clima ed Energia di Usa, Regno Unito, Germania, Francia, Giappone, Canada e Italia.

«La vera novità è che per la prima volta tutti questi argomenti sono stati affrontati insieme. Le delegazioni hanno fatto un lavoro enorme per riuscire a sintetizzare un documento che tracci la strada per il futuro», ha comunicato su Twitter il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.

Quello cui si riferisce Cingolani, è un comunicato che in poco meno di 40 pagine definisce azioni e strategie da attivare per affrontare la triplice crisi globale del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, condannando parallelamente l’invasione russa dell’Ucraina.

«Affrontare la crisi climatica a livello globale – ha continuato il vertice del MiTe – è l’unico modo per trovare una soluzione efficace alle diverse velocità con cui i Paesi affrontano la transizione ecologica, che è una sfida mondiale».

Tra gli accordi raggiunti, quello sulla decarbonizzazione dei sette Paesi dell’elettricità entro il 2035, annunciato dal ministro per il Clima tedesco Robert Habeck. risulta uno più promettenti. Tuttavia, almeno per ora, rimarranno dipendenti dai combustibili fossili i settori hard to abate, come quello dell’industria pesante.

Parallelamente, è stato deciso anche lo stop, entro fine anno, ai finanziamenti per progetti di investimento all’estero legati ai combustibili fossili; inoltre i sette Paesi si sono ripromessi di presentare le strategie nazionali per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi entro il 2025.

«Accolgo con favore la leadership e l’unità mostrata dal G7 per andare oltre, rispetto l’anno scorso, in materia di finanziamenti dei combustibili fossili e si impegna a cessare il finanziamento internazionale di combustibili fossili da parte del G7 entro la fine del 2022», ha commentato Alok Sharma, presidente della Cop26, intervenuto al vertice del G7 dell’Energia.

Il divieto varrà per i progetti sprovvisti di tecnologie di cattura delle emissioni di anidride carbonica prodotte ma, a oggi, le tecnologie disponibili non sono in grado di intercettare tutta la CO2 emessa dalla combustione di fonti di energia fossile.

Per raggiungere la neutralità climatica e una maggiore sicurezza energetica, i vertici del G7 hanno deciso di lanciare il G7 Hydrogen Action Pact. L’accordo stabilirà le regole da seguire per produzione, commercio, trasporto e utilizzo di H2 a basse emissioni di carbonio.

È stato anche espresso supporto all’utilizzo di energia nucleare per sostenere la transizione energetica. «I Paesi che scelgono di usarla – si legge nel documento - hanno riaffermato il ruolo del nucleare nel loro mix energetico. Tali Paesi riconoscono il suo potenziale per fornire energia a basse emissioni di carbonio a prezzi accessibili e contribuire alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico».

Infine, riguardo al tema delle fonti di energia rinnovabile, la loro diffusione avrà non solo un impatto sul cambiamento climatico ma anche sulle economie. Secondo i leader del G7 berlinese, la prospettiva è quella di creare entro i prossimi 10 anni 2,6 milioni di posti di lavoro, proprio in virtù di una transizione verso fonti di energia “pulita”.

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