Ambiente

Eolico e solare: a che punto siamo nel mondo

Segnali incoraggianti dall’Europa sulla crescita delle rinnovabili. Bene anche l’Uruguay e il Kenya. L’Italia è al 16%: ancora troppi ostacoli burocratici
Credit: Ricardo Esquivel/pexels
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3 giugno 2022 Aggiornato alle 15:00

La strada da fare è ancora molto lunga, il cammino intrapreso è quello giusto ma è ancora pieno di ostacoli.

Nel mondo ormai il 10% dell’energia arriva da fonti rinnovabili come solare e eolico: la decarbonizzazione e l’idea di abbandonare i combustibili fossili e liberarsi da dipendenze come quella del gas russo sono la grande sfida di questo decennio, con lo scopo di abbassare al più presto le emissioni climalteranti.

Già, ma a che punto siamo con la spinta di eolico e solare nel Pianeta?

Le infografiche basate sulla elaborazione dei dati Ember, grande think tank impegnato nella transizione ecologica e con sede nel Regno Unito, mostrano una panoramica, Paese per Paese, dello sviluppo delle rinnovabili.

Insieme, eolico e solare sono la quarta fonte di elettricità mondiale dopo carbone, gas e idroelettrico.

Nel 2021 per la prima volta sole e vento hanno generato il 10,3% dell’elettricità globale (rispetto al 9,3% nel 2020) e le percentuali sono raddoppiate rispetto al 2015, anno della firma dell’Accordo di Parigi.

Per raggiungere gli obiettivi concordati in Francia ormai sette anni fa, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), il settore dell’elettricità deve arrivare alle emissioni zero entro il 2040, ma per farcela energia eolica e solare devono crescere di quasi il 20% ogni anno fino al 2030.

Finora circa 50 Paesi hanno generato un decimo della loro elettricità soltanto con fotovoltaico ed eolico, e sette nuovi Stati hanno centrato il traguardo per la prima volta (Cina, Giappone, Mongolia, Vietnam, Argentina, Ungheria ed El Salvador).

Se si uniscono i dati di solare ed eolico, i Paesi al mondo con la maggior percentuale di rinnovabili sono la Danimarca (51,9%), l’Uruguay (46,7%) e il Lussemburgo (43,4%).

Guardando ai continenti, l’Europa è prima in assoluto ospitando nove dei primi dieci Paesi in classifica, mentre Medio Oriente e Africa hanno il minor numero di Paesi che raggiungono la soglia del 10%.

Dal 2021, quando anche a causa della ripresa post pandemia la domanda elettrica è aumentata senza precedenti, soltanto il 29% dell’aumento globale di elettricità è stato soddisfatto dalle due rinnovabili esaminate. Oggi però Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Canada stanno pianificando di aumentare la loro quota di elettricità pulita entro il prossimo decennio e mezzo, con importanti investimenti sia pubblici che privati.

Osservando la fotografia globale di eolico e solare messi insieme, oltre a Danimarca e Lussemburgo, si nota in Europa lo sforzo di Spagna, Portogallo, Lituania e Irlanda, tutte sopra il 30%, ma anche di Germania, Regno Unito, Olanda e Grecia (sopra il 20%).

In Sud America dopo l’Uruguay svetta il Cile (21.4%) mentre nel Nord America gli Stati Uniti sono intorno al 13%.

In Africa il Kenya registra un importante 17.5%, l’Australia è al 21,7% mentre le grandi potenze come Cina, India e Giappone, mostrano percentuali ancora troppo basse (11,2% - 8% - 10,2%).

Infine, se si osserva l’Italia, siamo intorno al 16%, al pari della Svezia. Da noi il fabbisogno è coperto da pannelli (8,6%) e turbine (7,4%) però la produzione di energia rinnovabile è aumentata solo dal 14% al 17% tra il 2015 e il 2020.

Un’altra analisi, l’Irex Annual Report 2022, ci ricorda che l’Italia ha tutto il potenziale per crescere davvero in termini eolico e solare, dato che corrono gli investimenti, ma burocrazia e comitati ostacolano ancora parte della crescita.

“L’anno scorso - si legge in una nota - sono stati previsti investimenti per 13,5 miliardi (+48% rispetto al 2020) per una potenza di quasi 15 GW (+37%), a fronte di oltre 400 operazioni (+72%). Eppure, su 264 nuovi progetti eolici e fotovoltaici di scala industriale, ben 188 (oltre il 70%) risultavano ancora fermi al palo”.

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