Diritti

Pensioni, svolta in arrivo: addio Quota 103 e nuove regole per l’uscita a 64 anni

Il governo rivede il sistema pensioni: Quota 103 verso l’abolizione, Opzione donna in bilico e nuove vie d’uscita a 64 anni.

Dietro le quinte della legge di Bilancio si riapre, in silenzio, il tavolo delle pensioni.

Settembre sarà il mese delle decisioni: le parti sociali sono attese per il confronto. Un momento importante per i cittadini che attendono notizie confortanti.

Al centro del dibattito una svolta strategica: superamento delle Quote e nuove flessibilità. Cosa cambierà per i lavoratori che si apprestano ad andare in pensione?

Tra le ipotesi, anche l’uso di una quota speciale per anticipare l’uscita con il sistema contributivo. Ecco di cosa si sta discutendo e cosa cambierà nel 2026.

Un nuovo orizzonte per il sistema pensionistico

Il governo mette mano a uno dei temi più delicati del welfare italiano: le pensioni. Dopo anni di aggiustamenti temporanei e soluzioni ponte, l’esecutivo si prepara a una riforma strutturale, con l’obiettivo di superare definitivamente il sistema delle “Quote” introdotto nel 2019. In particolare, l’esperienza di Quota 103, che permetteva l’uscita dal lavoro con 64 anni di età e 41 di contributi, ha registrato numeri molto bassi. Le sue limitazioni ne hanno frenato l’efficacia e ora, secondo le prime indiscrezioni, l’ipotesi più probabile è la cancellazione.

Ma la riflessione è più ampia. Il governo valuta anche la possibilità di bloccare l’adeguamento automatico dei requisiti pensionistici previsto dal 2027, legato all’aspettativa di vita. Il rischio di un innalzamento dell’età pensionabile fino a 67 anni e 3 mesi, e dei contributi richiesti per la pensione anticipata, verrebbe così neutralizzato. Una misura che risponderebbe alle preoccupazioni di lavoratori e sindacati e aprirebbe la strada a nuove forme di uscita anticipata più accessibili.

Lavoratore consulta esperta in pensionamento (Pexels-Olly) dentrolanotiziabreak.it

Le misure allo studio: tra addii, conferme e nuove opportunità

Dopo due anni di applicazione con scarso successo, Quota 103, il sistema pensioni basato sull’uscita a 64 anni con 41 di contributi si avvia al capolinea. Il governo, preso atto dell’uso limitato e dei risparmi generati, è pronto a dire addio alla misura. Opzione donna resta invece in bilico. Anche qui i numeri parlano chiaro: la drastica stretta sui requisiti di accesso ha ridotto drasticamente le richieste. Tuttavia, la valenza simbolica della misura, che lega il pensionamento anticipato alla maternità, potrebbe frenare una cancellazione immediata.  Inoltre, c’è uno stop agli aumenti dei requisiti dal 2027. L’intenzione è congelare i tre mesi in più che scatterebbero per effetto dell’Istat, lasciando intatti i parametri attuali.

Una novità importante riguarda chi vuole andare in pensione a 64 anni. Oggi questa possibilità è prevista per chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi e ha almeno 25 anni di contributi. Serve però raggiungere un importo minimo della pensione (pari a tre volte l’assegno sociale). La nuova proposta punta a estendere questo canale anche a chi ha una carriera “mista”. Il raggiungimento della soglia potrà essere ottenuto anche con l’uso del Tfr accumulato. Il quadro completo sarà più chiaro in autunno, quando il governo presenterà il pacchetto ufficiale alle parti sociali. Ma già ora si delinea una strategia che punta a rendere più sostenibile, ma anche più flessibile, l’intero sistema pensionistico italiano.

Barbara Guarini

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