Imprenditore preoccupato controlla il bilancio (canva) Lasvolta.it
I nuovi dati ISTAT mostrano un’Italia a due velocità: famiglie più fiduciose, imprese ancora caute. Ecco cosa sta succedendo.
L’Italia si risveglia con una doppia faccia. Da un lato le famiglie tornano a sorridere e a guardare al futuro con maggiore fiducia. Dall’altro le imprese si muovono a piccoli passi, frenate da dubbi e incertezze sull’avvenire dell’impresa. È la fotografia scattata dall’ISTAT a fine luglio, una di quelle immagini che raccontano molto più di quanto sembri. Dietro ai numeri si nasconde un Paese in bilico, dove la voglia di ripartire si scontra con le paure di chi produce. Cosa sta succedendo.
A sorpresa, l’indice di fiducia dei consumatori italiani è tornato a salire. Dopo mesi di alti e bassi, a luglio ha raggiunto quota 97,2, un valore che supera le attese degli analisti e segna un’inversione di tendenza rispetto al mese precedente. È un segnale che arriva dalla vita reale: più persone si dicono pronte a spendere, a investire, a credere che l’economia possa tornare a girare. Non si parla di boom, ma di piccoli segnali incoraggianti.
Non è difficile intuire cosa c’è dietro questo clima più sereno: una relativa stabilizzazione dei prezzi, qualche intervento sul fronte fiscale, un’estate che porta con sé anche un pizzico di leggerezza. Molti italiani sembrano voler tornare a vivere con un minimo di normalità. E anche se la prudenza non scompare del tutto, si sente meno il peso dell’incertezza.
Se le famiglie sembrano ritrovare un po’ di fiducia, le imprese italiane continuano invece a camminare con il freno tirato. Il clima di fiducia delle aziende è sceso a 93,6, leggermente sotto il dato di giugno. Un calo lieve, ma significativo: racconta di un mondo produttivo che fatica ancora a decollare. A pesare, secondo gli esperti, sono vari fattori. In primis le tensioni geopolitiche e l’andamento instabile dei mercati esteri, che rendono difficile pianificare investimenti o espansioni.
A questo si aggiunge la stretta monetaria ancora in atto: tassi d’interesse elevati, inflazione non del tutto sotto controllo, e costi energetici che rimangono un’incognita. Le imprese guardano avanti, ma con cautela. La domanda interna non basta a dare slancio, e l’estero non offre sicurezze. In questo scenario a due velocità, l’economia italiana sembra oscillare tra il desiderio di ripartire e la paura di sbagliare mossa. E finché il passo non sarà allineato, la ripresa resterà fragile.
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