Spiaggia di Furore (Canva) LaSvolta.it
Sospeso tra mare e montagna, Furore è un borgo incantato che sfugge alla folla. Un luogo da scoprire passo dopo passo, respiro dopo respiro.
C’è un punto lungo la Costiera Amalfitana in cui il tempo sembra essersi fermato. Non c’è una piazza centrale, nessun corso principale, nessun caos turistico. Solo il suono del vento tra le rocce, il profumo di terra e mare, e le case incastonate come gemme tra le pareti scoscese di un vallone. Furore è un paese che non appare all’improvviso. Non si attraversa per caso, bisogna cercarlo. E una volta trovato, si resta in silenzio. Perché qui non si parla a voce alta: si osserva, si respira, si ascolta.
Furore non è un paese come gli altri. Non ha un centro, non ha confini netti. È un insieme di case, di gradini, di scorci rubati tra il cielo e le pareti rocciose. È un paese che si arrampica, che si infila tra le pieghe dei Monti Lattari, che vive nella verticalità. Ogni abitazione sembra posizionata lì con cura, come se fosse stata lasciata cadere dal cielo. I colori sono intensi, le forme irregolari, i muri narrano storie attraverso murales che sbucano tra una curva e l’altra.
Camminando tra le sue strade, si incontrano piccole chiese silenziose, ognuna custode di un angolo intimo del borgo. San Giacomo, San Michele, Sant’Elia: nomi antichi che si legano alla pietra e al vento. Tutto è immerso in un’atmosfera densa, quasi sospesa. Qui non si corre, si rallenta. Ogni passo è una scoperta.
Il cuore più profondo di Furore è il suo fiordo. Un’insenatura stretta e selvaggia, scolpita dal torrente che nei secoli ha scavato la roccia fino a incontrare il mare. Sopra il fiordo, un ponte in pietra collega le due sponde come se stesse lì da sempre, a guardia di quel silenzio liquido. Sotto, una spiaggia nascosta accoglie i pochi che decidono di scendere le scalinate e immergersi in un’acqua limpida, racchiusa tra le pareti verticali. È un luogo che parla a chi sa ascoltare. Ma Furore non è solo mare. È anche cammino. I sentieri che attraversano il borgo sono antichi come la sua storia. C’è il Sentiero dell’Amore, breve ma carico di poesia. C’è quello delle Agavi in Fiore, che scende verso la marina e regala vedute da togliere il fiato. E c’è il percorso della Volpe Pescatrice, antico tracciato di contadini e pescatori, che racconta un passato fatto di fatica e bellezza.
Ogni sentiero è un modo diverso per scoprire il territorio, per respirarlo con calma, per sentire il battito lento della natura. E chi preferisce il mare, può lasciarsi cullare da una barca e osservare Furore dal largo, come un quadro sospeso tra cielo e acqua. Il posto più bello? Se si dovesse scegliere un solo punto da cui osservare Furore, sarebbe quello sul ponte che attraversa il fiordo. Da lì lo sguardo si perde nell’infinita bellezza del mare, delle rocce scoscese e della natura. Il borgo resta nascosto, ma si sente. Ogni rumore è ovattato, ogni parola sembra fuori luogo. È il momento in cui ci si accorge che Furore non è un posto da visitare, ma da sentire e vivere in silenzio.
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