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Romano Prodi e i “ribelli” che chiedono un Patto verde Ue

 

La semplice diversificazione delle importazioni dicombustibili fossiliper liberarsi dalla dipendenza russa – che garantisce il40% del gas dell’Uee il26% delle importazioni di petrolioche alimentano il riscaldamento domestico, i trasporti e le industrie in tutta Europa – servirà solo a mantenere la subordinazione energetica dell’Unione europea da altri Paesi. Molti dei quali non rispettano i valori della Ue. Per questo, la risposta alla crisi scoppiata con la guerra in Ucraina si deve muovere di pari passo con una attuazione audace delGreen Deal. Grazie a unPatto Verde di Emergenzaper ridurre il ricorso a quelle fonti fossili chefinanziano la guerra. È questo il messaggio, chiaro e inequivocabile, contenuto nellalettera inviata da 11 ex capi politici Uealla presidente della Commissione Ursulavon der Leyene al capo della politica climatica FransTimmermans. Nato per iniziativa di PascalLamy, ex presidente del Wto e capo staff di Jacques Delors, e dalla già Commissaria per il clima 2010-14 ConnieHoedegaard, il gruppo include Romano Prodi e alcuni commissari come Janez Potocnik e vicepresidenti della Commissione come JirkyKatainen. Secondo gli 11 ex funzionari, Bruxelles necessita di un piano di emergenza per abbattere il ricorso all’uso di combustibili fossili, in linea con gli obiettivi climatici, puntando surisparmio energetico, espansione deiparchi eolici e solarie sugli incentivi alle imprese che intendono evolvere grazie all’impiego ditecnologie low-carbon. Nella lettera,citata da Reuters, si richiede una mobilitazione economica in grado, da una parte, di aumentare l’ambizione dei target clima su edifici, trasporti, efficienza e rinnovabili e, dall’altra, di creare unfondo sociale di emergenzaper garantire maggiore spazio fiscale per gli investimenti degli Stati. Dunque, allentando le regole di bilancio. I firmatari hanno espresso la necessità di rivisitareil regolamento sulla tassonomiache classifica il gas come fonte dienergia utile alla transizione verde, e di rivedere inuovi contratti di fornitura. Che dovrebbero avere durata limitata. Il 4 maggio, Bruxelles ha annunciato la proposta di unembargo totale al petrolio russo entro fine anno, come parte del nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca. Per l’embargo totale ai prodotti raffinati bisognerà invece attendere qualche mese in più. Tuttavia, attuare questa misura potrebbe essere più difficile del previsto viste le richieste di alcuni Paesi – come Slovacchia e Ungheria –, che desiderano ottenere speciali esenzioni dalbando alle importazioni.

Redazione

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