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India: 30 centrali a carbone sono responsabili di un quarto della mortalità prematura annua

 

Ridurre le emissioni di alcune centrali elettriche in India potrebbe contribuire a diminuire drasticamente la mortalità. La scopertaviene da uno studiodellaStanford University, dove viene sottolineato come l’inquinamento dell’aria derivante dallaproduzione a carbone dell’energia elettrica sia una causa importante della mortalità precoce in India. Il Paese è caratterizzato da un alto inquinamento dell’aria. Nel 2023, la concentrazione di polveri sottilirisultava di dieci volte superiore alla qualità dell’aria tollerabile indicata dall’Oms. L’India è alterzo posto nel mondoper qualità dell’aria,dietro a Bangladesh e Pakistan. Lo studio è stato svolto concentrandosi su determinate centrali elettriche presenti nel Paese, per quantificare la loro portata inquinante e capire quanto potessero incidere sul dato della mortalità. Gli scienziati dellaStanford Universityhanno individuato una trentina di centrali elettriche indiane, chea causa delle emissioni sarebbero responsabili di un quarto della mortalità nel Paese. Dalla ricerca emerge infatti che gli impianti produttori disolo il 3,5% dell’energia elettrica risulterebbe responsabile del 25% della mortalità prematura annua. Non sembra esserci una correlazione diretta tra la modernità della centrale elettrica e i danni alla salute. Più del 70% dell’energia elettrica in Indiaè prodotta in centrali alimentate a carbone. Uno dei problemi principali è chemeno del 5% delle centrali elettriche indiane è dotato di sistemi moderni per ripulire l’aria da sostanze inquinanti. Un altro datoconfermato da uno studiopubblicato su Springer Link, in cui anche qui viene registrato chemeno del 5% degli impianti è dotato di tecnologie in grado di rimuovere anidride solforosa e ossido d’azoto. Utilizzando all’interno delle centrali sistemi di desolforazione e di riduzione catalitica selettiva,la mortalità prematura annuale potrebbe ridursi del 17%. Un dato che potrebbe giustificare gli alti costi necessari per installare questi sistemi: il problema economico è spesso usato come scriminante verso una produzione più sostenibile. I risultati della ricerca dellaStanford University, pubblicati suEnvironmental Research, suggeriscono l’importanza di considerare normative che possano ridurre i rischi per la salute derivanti dalla produzione di energia elettrica in India. L’intensità della mortalità indicata dallo studio potrebbe inoltre suggerire ulteriori ricerche su quanto la salute della popolazione indiana possa essere influenzata dall’uso di energie rinnovabili. Come sottolinea l’autore dello studio Kirat Singha The Guardian:«Il dato della mortalità potrebbe essere largamente ridotto dando la priorità a ridurre le emissioni di determinati impianti elettrici, attraverso tecnologie in grado di controllare l’inquinamento o normative che tendano alle emissioni zero». Un anno fa,come riportaReuters, l’India si era posta l’obiettivo di fermare la costruzione di nuove centrali elettriche a carbone, a esclusione di quelle già in cantiere. Il progettodeve ancora essere approvatodal governo di Narendra Modi ma secondo alcuni analisti le restrizioni all’uso del carbone potrebbero mettere in seria difficoltà economica alcuni Stati del Paese, largamente dipendenti dal carbone per la produzione di energia elettrica. Per esempio, gli stati del Maharashtra, Tamil Nadu, e Uttar Pradesh compongono il 30% del Pil indiano e tutti e tre sono dipendenti dalla produzione di energia elettrica a carbone:nel 2022 il 75% dell’elettricità in questi Stati è stata prodotta attraverso centrali a carbone.

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