Che isocial networkdiMetaabbiano un po’ di problemi ad arginare gliadescamenti sessuali di minori onlinetramite i propri canali e la circolazione dimateriale pedopornograficoè ormai tristemente noto, ma la notizia dei giorni scorsi è che la giustizia ordinaria si sta finalmente muovendo. 3 uomini del New Mexico, infatti,sono stati arrestati e accusati di molestie sessuali su bambini tramite i social network di Meta. Ad annunciarlo è stato ilprocuratore generale dello Stato, Raúl Torrez, specificando che l’azione si è concretizzata nell’ambito di un’indagine sui potenziali danni ai bambini causati daFacebook, Instagram e WhatsApp, avviata dal suo ufficio a dicembre 2023 con lo scopo di dimostrare che il colosso permette da anni alle proprie piattaforme di trasformarsi in mercati appetibili per predatori di bambini. Per arrivare al fermo dei 3 uominialcuni agenti sotto copertura si sono finti bambini di 12 anni, creando quindi una trappola per i potenzialipedofili, che infatti hanno prontamenteadescato quelli che pensavano essere minori, inviando foto e messaggi esplicititramite Facebook Messengere proponendo loro incontri sessuali. Tra gli arrestati c’èMarlon Kellywood, 29 anni, fermato fuori da un motel a Gallup e accusato di adescamento tramite dispositivi di comunicazione elettronica e di tentata penetrazione criminale di un minore. Gli stessi crimini per i quali lo stesso giorno sono scattate le manette peril cinquantaduenne Fernando Clyde. Il terzo,Christopher Reynolds, 47 anni, anch’egli accusano di adescamento di minori, è unmolestatore sessuale serialegià noto alle forze dell’ordine, arrestato diverse settimane prima dopo una lunga osservazione da parte degli investigatori, partita dalla segnalazione dei genitori di una bambina di 11 anni, che si erano accorti che l’uomo stava prendendo di mira loro figlia. Chiunque voglia molestare un bambino o un adolescente tramite i social network di Meta non fa alcuna fatica, visto che all’interno delle stesse piattaforme sono presentifunzionalità che consentono di trovare persone con target specifici in pochi click. Proprio per questo Torres ha accusato duramente Mark Zuckerberg, colpevole a suo dire di non interessarsi della questione, ma di gestire «un’azienda che dispone di risorse straordinarie e che ha scelto più e più volte dianteporre i profitti agli interessi dei bambini». Ad avvalorare questa tesi alcuni documenti interni diMetaottenuti dal suo ufficio come parte delle indagini, che rivelano che la società stimi checirca 100.000 bambini che utilizzano Facebook e Instagram subiscono ogni giorno molestie sessuali online; e altri dai quali si evince che le stesse piattaforme abbiano tratto profitto dall’inserimento di annunci di aziende comeWalmarteMatch Groupaccanto a contenuti che potenzialmente promuovono lo sfruttamento sessuale minorile. Inoltre, da quando l’azione legale nel New Mexico è stata intentata,l’elenco degli accusati di molestie o adescamento si è allungato costantemente, dimostrando che, nonostante Meta continui a dichiarare (come fatto anche a seguito di questi arresti) di lavorare per evitare il ripetersi di questi gravissimi episodi, l’impegno millantato non sta dando i frutti auspicati. Lo scorso dicembre, quando è stata diffusa la notizia dell’azione legale del New Mexico a carico di Meta, il procuratore generale aveva già affermato quanto ribadito dopo gli arresti, ovvero che la società fosse «il più grandemercato di predatori e pedofilia livello globale». Una dichiarazione fatta dopo che una coalizione di41 Stati, insieme al Distretto di Columbia, aveva citato in giudizio la stessa Meta, sostenendo che l’uso giornaliero prolungato dei social network del gruppo danneggerebbe i minori causando dipendenza. Anche se a gennaio 2024Meta ha annunciato l’introduzione di nuove misure di sicurezzaper preservare la salute mentale degli adolescenti ed evitare che vengano esposti a contenuti violenti o inappropriati o possano finire in reti di predatori sessuali, secondo Torrez la società non ha davvero intenzione di affrontare il problema, visto che per anni ha portato avanti una condotta inaccettabile, consentendo «agli adulti di trovare, inviare messaggi e adescare minori, sollecitandoli a vendere foto o partecipare a video pornografici». Ora che sono giunti i primi arresti (che con ogni probabilità non saranno gli ultimi) il colosso è chiamato ancor più di prima a prendersi la responsabilità delle proprie azioni e a impegnarsi seriamente a dismettere il ruolo di porto franco dei molestatori.
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