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Ipcc: un quinto delle scienziate ha scelto di non avere figli a causa della crisi climatica

 

Il sondaggio del giornale ingleseTheGuardianha rilevato che quasiun quinto delle scienziate esperte diclimache lavorano per ilGruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici(Ipcc)dal 2018ha scelto di non avere figli, o di averne meno,a causa della crisi ambientale. Il giornale ha individuato e contattato843 scienziatiescienziate, considerati i principali autori e autrici dell’Ipcc;alle interviste hanno risposto in 360 e, tra questi, circa un quarto del campione è rappresentato da donne: è stato chiestoin che modo le loro scelte personali fossero state prese in risposta alla crisi climatica. In base ai risultati, il 7% degli scienziati intervistati ha risposto di non aver avuto figli o di averne avuti meno di quanti ne avrebbe voluti. Quanto alle donne,gran parte delle 97 partecipanti ha detto diaver scelto di non avere figliquando era più giovane, sebbene nei decenni passati ipericoli del riscaldamento globale fossero meno evidenti. La maggior parte delle scienziate ha inoltre affermato dinon aver voluto aumentare lapopolazione globalea causa degli effetti che questa sta avendo sul Pianeta; altre hanno espresso timori per iproblemi che la crisi climatica potrebbe comportare sulla vita di un bambino oggi. Tra loro c’è Camille Parmesan, 62 anni, ecologa del Centro nazionale di ricerca scientifica (Cnrs) in Francia, che ha dichiarato alGuardian:«Quando ho fatto la mia scelta, era molto chiaro nella comunità ecologica che la crescita della popolazione umana era un problema: la conservazione della biodiversità dipendeva assolutamente dallastabilizzazione della popolazione». Scienziati e scienziate dell’Ipccnon sono gli unici a preoccuparsi.Alcuni studirecenti mostrano che un numero crescente di persone tiene conto delle proprie preoccupazioni sul cambiamento climatico se deve scegliere di intraprendere una gravidanza. A confermarlo,la ricercaEco-reproductive concerns in the age of climate change,condotta sulla popolazione americana di età compresa tra i 27 e i 45 anni, indica che lapreoccupazione per il benessere dei propri figliin un mondo modificato dal cambiamento climatico rappresenta un fattore molto importante di scelta per i futuri genitori. D’altra parte, dal momento del concepimento fino all’età adulta, la salute e losviluppodel cervello, dei polmoni, del sistema immunitario e di altre funzioni cruciali deibambini sono influenzati dall’ambiente in cui crescono. Inoltre,Save The Childrenha dichiaratochei bambini nati nel 2020 affronteranno eventi meteorologici estremi più spesso rispetto ai loro nonni(in media fino a 7 volte in più), tra cuialmeno uno shock climatico all’anno(come un ciclone o un’ondata di calore), e che al momento oltre 1 miliardo di bambini del mondo, circa la metà di quelli in vita, corregravi rischi a causa di eventi legati al clima.

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