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Onlyfans non proteggerebbe abbastanza i minori dai contenuti pornografici

 

Aisocial networksi sa, hanno accesso anche i bambini, e preservarli dall’imbattersi in contenuti violenti o pornografico non sempre è facile. Ecco perché è compito di chi gestisce le varie piattaforme dotare le stesse dicontrolli che tutelino i minori. Questo dovere si fa ancora più gravoso quando si parla di siti comeOnlyfans, dove tutto o quasi è improntato su materiale a sfondo sessuale. In teoria per iscriversi a questo social sarebbe necessario dimostrare diaver compiuto almeno 18 annima sono molti i ragazzini che riescono ad aggirare questo limite d’età. Su questa problematica, come spiega ilThe Guardian, è intervenuta di recente l’autorità di vigilanza sulle comunicazioni delRegno Unito,Ofcom, che ha aperto un’indagine su Onlyfans, in linea con l’Online Safety Act. Un recente provvedimento britannico pone l’obbligo di adottare misure adeguate per impedire ai minori di accedere a contenuti per adulti.Ed è proprio nel rispetto di questo regolamento che Ofcom è intervenuta, ritenendo chela piattaforma non abbia implementato in maniera corretta i controlli di verifica sull’età. Debole la difesa dei gestori, chehanno parlato diun errore di codificanell’algoritmo che viene utilizzato per verificare l’età degli utenti e impedire l’accesso ai minori. A Onlyfans ci si può iscrivere attraverso la fornitura di dati anagrafici e di pagamento, e chi lo fa si sottopone alla scansione del volto da parte diun software che ne stima l’età. Se il risultato non convince viene richiesto un documento d’identità per avere la prova di essere maggiorenni. A quanto pare questo test, per problemi tecnici, avrebbe abbassato la soglia per il superamento del processo di stima dell’età a 20 anni anziché 23, permettendo anche a molti minorenni di eluderlo. Ofcom a questo punto sta quindi effettuando le opportune verifiche e sta vagliando se 20 anni possa essere considerata una soglia abbastanza robusta da impedire ai minori di 18 anni di iscriversi. L’esito dell’indagine sarà di fondamentale importanza, anche perché se risultassero violazioni delle regole sulle VSP (piattaforme di condivisione video) in materia di tutela ai minori,potrebbero piovere multe salate e perfino sospensioni o limitazioni di servizi. Il problema sull’accesso da parte dei bambini a contenuti pornografici torna quindi alla ribalta, ma non si tratta di una novità. IlMoigea esempio, solo un anno fa, aveva posto l’attenzione su questo rischio, parlando di Onlyfans come di una“piattaforma dal comportamento eticamente irresponsabile”che potrebbe incidere pesantemente e negativamente sullacrescita emotiva e relazionale dei minori. Sulla base di queste ragioni il Movimento Italiano Genitori aveva a suo tempo espresso l’esigenza dicontrolli più rigidiall’atto di iscrizione a piattaforme simili.

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