Elon Musk ha definito «di successo» i100 giorni appena trascorsi di NolandArbaugh, paziente zero del rivoluzionario chipNeuralinknel cervello:una tecnologia che si propone di creare un’interfaccia cervello-computer ad alte prestazioni, promettendo di migliorare ilcontrollo dei dispositivi digitaliper persone affette da tetraplegia, offrendo loro una maggiore autonomia personale e professionale. Ilprogetto, noto anche comePrime, ha l’obiettivo di dimostrare l’efficacia e la sicurezza del chipLinknella vita quotidiana. Noland Arbaugh, il primo paziente sottoposto all’impianto del chip alBarrow Neurological Institutedi Phoenix,ha condiviso i suoi progressi dopo i primi 100 giornidall’intervento, prima del quale dipendeva da uno stick per tablet posizionato nella sua bocca da un operatore sanitario, con tutte le limitazioni e gli svantaggi che comportava (l’uso prolungato di questo strumento poteva causare fastidi fisici e limitazioni nell’uso del linguaggio). Con il chipNeuralink, Arbaugh ha sperimentato unatrasformazione radicale nella sua vita quotidiana, descrivendo l’impianto come un «sovraccarico di lusso» che gli permette divivere senza dipendenza dagli altrie di svolgere attività che non era in grado di fare da anni. «Il chip mi ha aiutato a riconnettermi con il mondo, con i miei amici e la mia famiglia. Mi ha dato la possibilità di fare di nuovo le cose da solo, senza bisogno degli altri a tutte le ore del giorno e della notte» ha raccontato. Ildispositivo di casaMuskha restituito al paziente l’autonomia, consentendogli anche di controllare il suo laptop, giocare ai videogiochi online, navigare in rete, tutto tramite un cursore controllato mentalmente. Durante le sessioni di ricerca da parte degli scienziati,Arbaughha stabilito un record di controllo del cursore, dimostrando un’impressionante capacità di adattamento e apprendimento del sistema. E, nonostante le sfide iniziali, come il ritiro dei fili del chip dal cervello, i ricercatoriNeuralinkhanno apportato miglioramenti significativi all’algoritmo di registrazione e all’interfaccia utente, garantendo un’efficacia e una durata del chip migliori nel tempo. «Noland ha stabilito un nuovo record mondiale per il controllo del cursore con un’interfaccia cervello-computer di 4,6 Bps. Successivamente ha raggiunto 8 Bps e attualmente sta cercando di battere i punteggi degli ingegneriNeuralinkutilizzando un mouse» hanno spiegato i ricercatori. I primi passi, però, sono stati in salita. In particolare, iproblemi meccaniciriscontrati nel dispositivo potrebbero essere attribuiti in parte aldesign unicoideato daNeuralink. L’impianto, infatti, consiste in un sottile disco del diametro di una moneta, installato nel cranio del paziente, che contiene una batteria, un chip di elaborazione e altri componenti elettronici necessari per il funzionamento del sistema. Attaccati al disco ci sono 64 fili flessibili, più sottili di un capello umano, ognuno dotato di 16 elettrodi, progettati per estendersi nel tessuto cerebrale e rilevare i segnali neuronali. Tuttavia, secondoNeuralink,alcuni di questi fili potrebbero non aver mantenuto la loro posizione, causando così problemi nel corretto funzionamento del dispositivo: «Nelle settimane successive all’intervento, alcuni fili si sono staccati dal cervello, con una conseguente diminuzione netta del numero di elettrodi funzionanti». Ma, superato l’imprevisto, i test oggi forniscono risultati promettenti e segnano unimportante passo avanti nella ricerca delle interfacce cervello-computer e nell’ambito dell’assistenza alle persone condisabilitàmotorie. E così il successo dei primi100 giorni di Arbaughè un’ispirazione e un incoraggiamento per la comunità scientifica e offre una nuova speranza di indipendenza e autonomia attraverso l’innovazione tecnologica.
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