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Milano: il 95% dei giovani vorrebbe l’educazione sessuale e affettiva a scuola

 

L’Italia è tra le 6 Nazioni europee che non prevendonoprogrammi formali e obbligatori di educazione affettiva e sessuale nelle scuole. Lo dice ilGlobal Education Monitoring Report 2023diUnesco, che ci colloca in un gruppo ristretto insieme a Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania. Ma qualcuno vuole allinearsial resto d’Europa: è l’obiettivo dell’accordo trail Comune di MilanoeDurex Italia, brand commercializzato dalla multinazionale britannicaReckitt Benckiser Healthcare, che prevede la proposta dipercorsi educativi sull’affettività e sulla sessualitàrivolti alle scuole secondarie di secondo grado della città e la realizzazione della nuova edizione dell’OsservatorioGiovanie Sessualitàsul territorio di Milano. Il programmaA luci accese, che è attivo nelle scuole della città da ottobre 2023, è organizzato in collaborazione conALA Milano Onlus, un’associazione che, tra le altre cose, si occupa di tutela della salute. L’iniziativa prevede che le classi (in cui ogni studente può scegliere se partecipare o meno) siano coinvolte durante l’orario scolastico inun laboratorio interattivo di 6 ore,suddiviso in 3 incontri con professionisti(educatori, psicologi, sessuologi) diALA Milano Onlus. Nell’edizione 2024/2025,A luci accesesi propone di diffondere in maniera ancora più capillarel’educazione affettiva e sessuale nelle scuolesuperiori della città, con un focus specifico su ragazzi di prima e seconda, guidando un’evoluzione culturale e allineando Milano agli standard europei in materia. Laricerca dello scorso anno, la sesta, condotta in collaborazione conSkuola.netsu un campione di circa 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni in Italia, ha rilevatonumeri allarmanti: soloil 43% dei giovani usa abitualmente il preservativo, un dato in peggioramento rispetto al 2019 (57%);il 39% pensa che il coito interrotto sia un metodo efficaceper evitare gravidanze indesiderate e infezioni sessualmente trasmissibili; il 53% non sa riconoscere le principali infezioni sessualmente trasmissibili (Ist); l’11% ha avuto il primo rapporto sessuale prima di compiere 13 anni; il 41% non sa come si indossa il preservativo; il 45% predilige internet in caso di dubbi sul sesso e tematiche affini. Emerge, tuttavia, un dato positivo:il 94% vorrebbe l’educazione sessuale come materia scolastica obbligatoria o facoltativa. L’edizione 2023 dell’Osservatorio, per la prima volta, è stata svolta anche conunfocus specifico sulla città di Milano, che rimane abbastanza in linea con il trend nazionale: il 41,7% (+3% rispetto al dato italiano) delle persone intervistate sostiene di aver avuto il primo rapporto sessuale tra i 17 e i 18 anni, ma1 milanese su 10 (9,5%) ha avuto la sua prima esperienza prima dei 13 anni. Il coito interrotto è un metodo efficace contro gravidanze indesiderate oIstper il 33,6% (-5,7% rispetto al dato nazionale). I giovani e le giovani milanesi fanno più fatica a parlare con le proprie famiglie: il 47,1% (+1,8%) dichiara di ricorrere a internet per chiarire i dubbi in ambito affettivo e sessuale e tra questila maggior parte lo fa per l’imbarazzo di chiedere a qualcuno(31%)e perché non sa a chi rivolgersi(9,8%), con il rischio di esporsi a fake news e informazioni sbagliate e fuorvianti. La percentuale di chi si confronta con i propri genitori è molto bassa (9,3%), così come quella di chi si rivolge al proprio medico (5,5%). Il 15,2% chiede aiuto agli amici (+3% rispetto al dato nazionale) e l’11,9% non chiede a nessuno. La percentuale di chi crede che l’educazione alla sessualità e all’affettività dovrebbe essere offerta come materia nel curriculum scolastico, invece, è maggiore: 95,1% (+1,4% rispetto al dato nazionale). Secondo l’assessora alle Politiche giovanili del Comune di Milano Martina Riva, la sigla dell’accordo rappresenta «un giorno storico per la città di Milano, l’inizio di una collaborazione innovativa e coraggiosa, qualcosa che non era mai accaduto prima: non è normale, in questo Paese, dire che nelle scuole secondarie di primo gradosi deve poter parlare di sessualità. Questo progetto farà la differenza». Milano potrà diventareun esempio virtuoso a livello nazionalenonchéla prima città italiana in linea con gli standard europei in materia. Paolo Zotti, amministratore delegato diReckitt Benckiser Healthcare Italia Spa, lo definisce «un momento di accordo tra pubblico e privato che si mettono assieme per una causa sociale, per avere un impatto positivo sulla società. Perché tutta questa urgenza? Basta partire dall’osservazione della realtà: dalla ricerca annuale diDurex Italiaemerge cheoggi meno di 1 giovane su 2 utilizza il preservativo, ma sette anni fa la percentuale di chi lo usava era del 57%. Per questo è così importante l’educazione sessuale e affettiva, così come il programma a luci accese: per formare giovani che un giorno potranno essere adulti, sani e consapevoli».

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