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Splash! Shopper, etichetta frutta, capsule compostabili: dove si buttano?

 

L’insegnamento dellaraccolta differenziatanelle scuole dovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Gli allievi dovrebbero impararecome dividere i rifiutinei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento diriciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località. In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare.Dove si butta questo? E quello?Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezza davanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già. Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato di restare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica – in collaborazione con Junker App, piattaforma specializzata nella raccolta differenziata in Italia – cerca didissipare la nebbia della raccolta differenziatache avvolge alcuni oggetti e materiali, per evitare errori e fare “Splash” nel contenitore giusto. Gli shopper È giunto il momento di fare un ripasso per quanto concernela bioplastica compostabile, che spesso può essere confusa conla plastica tradizionale. Capire se ci troviamo di fronte a un imballaggio o a un prodotto appartenente a questa categoria è abbastanza facile: a certificarne la compostabilità, e quindi non solamente la biodegradabilità, sarà semplicementela sua etichetta. Un articolo compostabile, infatti, è compatibile con un processo dicompostaggio industriale: una volta accertate le sue caratteristiche, può essere buttato nel bidone dell’umido organico. Se si hanno dei dubbi, è comunque sempre buona norma verificare le regole del Comune in cui si vive o consultare le indicazioni diBiorepack, il consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile. Tra gli accessori inbioplasticapiù famosi ci sono glishopper per la spesaoppure i classicisacchetti dell’ortofrutta: tutti questi “contenitori” devono ormai essere obbligatoriamente realizzati in materiale compostabile. L’etichetta della frutta A questo punto è utile ricordare chei sacchetti in bioplastica certificata compostabilepossono essere riutilizzati per conferirel’organico, ma occorre fare attenzione all’etichetta che viene apposta quando si pesano frutta e verdura: può essere lasciata se certificata anch’essa compostabile, altrimenti va tolta. I sacchetti non vanno assolutamente utilizzati per conferire frazioni come la carta, la plastica, il vetro e i metalli: costituirebbero infatti frazione estranea e andrebbero a rovinare la qualità dellaraccolta differenziata. Un buon suggerimento è quello di applicarel’etichetta adesiva di frutta e verduraquanto più vicino ai manici, perché se non è compostabile potrà facilmente essere staccata, in modo da poter riutilizzare il sacchetto ancora integro per la raccolta dell’umido. Nel frattempo, alcuni ricercatori dell’University of Washingtonhanno sviluppato un biomateriale che si degrada con la velocità di una buccia di banana: il team di studiosi l’ha dimostrato testando il tempo di degradazione in un classico bidone da compost domestico. Questabioplasticaè stata realizzatapartendo da cellule prelevate dalla polvere di cianobatteri blu-verdi, cioè dallaspirulina. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati suAdvanced Functional Materials. Le capsule compostabili Al supermercato o comunque in commercio potreste trovare anchele capsule del caffè compostabili, oltre a pellicole, vassoi e vaschette. Sono sempre più gettonate inoltrele stoviglie compostabilicome piatti, bicchieri e posate in generale, anche perché quelle monouso in plastica tradizionale non dovrebbero essere più disponibili in commercio. Per approfondire tutti questi argomenti proprio oggi, martedì 23 aprile 2024, si tiene il convegnoBioplastiche compostabili: una risorsa per l’agricoltura, un vantaggio per l’ambiente, promosso daFondazione UniVerdein collaborazione conRe.N.Is.A. – Rete Nazionale Istituti Agraripresso ilMinistero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Forestein Via XX Settembre a Roma.

Redazione

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