Laplasticaè uno degli inquinanti più diffusi e in rapido aumento a livello globale. Per far fronte a questa minaccia ambientale, i governi del Ruanda e del Perù hanno formulato per la prima volta una nuova proposta perlimitare drasticamente la produzione di plastica nei prossimi 15 anni. A partire dal 2025, e fino al 2040, le varie nazioni della Terra dovrebbero impegnarsi perridurre la produzione di polimeri plastici complessivamente del 40%, adottando una serie di misure ambientali, industriali ed economiche per trasformare il comparto e l’indotto collegato. Con l’implementazione di questa misura concordata fra tutte le nazioni della Terra e giuridicamente vincolante, sarebbe possibile non solo tutelare maggiormente gli habitat naturali e la salute umana, ma ancheridurre le emissioni di gas climalterantiin modo da incrementare gli sforzi volti a limitare l’aumento delle temperature planetarie a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali. La proposta prevede l’introduzione della rendicontazione obbligatoria per ogni singola nazione, con l’elaborazione di dati statistici sulla produzione, sulle importazioni e sulle esportazioni dei polimeri plastici. «L’efficacia delle misure sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda sarà valutata, in tutto o in parte, in base al loro successo nel ridurre la produzione di polimeri plastici primari a livelli sostenibili. L’obiettivo dovrebbe essere in linea con i nostri obiettivi per avere un’economia circolare sicura per la plastica, colmando il divario di circolarità tra produzione e consumo. Dovrebbe anche essere in linea con il nostro obiettivo dell’Accordo di Parigi atto a limitare il riscaldamento a 1,5 °C. A tal fine, uno di questi obiettivipotrebbe essere una riduzione del 40% entro il 2040 rispetto al livello di riferimento del 2025», hannocomunicatole due nazioni proponenti. Questa nuova iniziativa è stata motivata dai molteplici allarmi che arrivano dalla comunità scientifica e dai report annuali sull’inquinamento delle materie plastiche (in particolare le nano-plastiche), ormai presenti in ogni angolo del Pianeta. Nell’arco di pochi decennila produzione globale è passata dalle 2 milioni di tonnellate degli anni ‘50 alle oltre 400 milioni di tonnellate di oggi. Entro il 2040, salvo radicali cambiamenti e interventi urgenti a livello internazionale, la produzione probabilmente raddoppierà con un ulteriore aggravamento dell’inquinamento ambientale. In particolare saranno colpiti i mari e gli oceani, con ripercussioni per la fauna e la salute umana. Inoltre uno studio condotto da un team di ricerca delLawrence Berkeley National Lab, situato negli Usa,ha calcolatoche entro il 2050 la produzione di plastica rappresenterà fra il 21% e il 31% delle emissioni di CO2 da eliminare per rispettare il limite di 1,5 °C. In questi giorni anche i ministri dell’Ambiente del G7 Ambiente, Energia e Clima, che si è svolto a Torino, hanno rimarcato la necessità di limitare la produzione delle materie plastiche: «Il G7 riconosce per la prima volta che il livello di inquinamento da plastica è insostenibilee che il suo aumento è allarmante. Il G7 si impegna a ridurre la produzione complessiva di polimeri primari per porre fine all’inquinamento da plastica entro il 2040», haaffermatola delegazione francese in una nota a margine della riunione dei ministri. L’incontro fra i rappresentanti del G7 ha seguito anche inegoziatitenuti in Canada, dove 175 Paesi si sono incontrati per trovare un accordo su un nuovo trattato globale per contrastare l’inquinamento della plastica.
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