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My voice, my choice: l’iniziativa europea per l’aborto sicuro e legale

 

“La mancanza di accesso all’abortoin molte parti d’Europanon solo mette le donne a rischio di danni fisici, ma pone anche un eccessivo stress economico ementale sulle donnee sulle famiglie, spesso ai margini della società che meno se lo possono permettere”. Poche righe per spiegare qual è l’urgenza, sempre più impellente, che anima la nuova campagnaMy voice, my Choice: For Safe And Accessible Abortion, che fa appello ai cittadini europei per “rendere la vita delle donne più libera, più sicura e migliore; ovunque vivano nella nostra Unione, qualunque siano le condizioni in cui si possono trovare”. Come? Partecipando a una “Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice)”, ovvero unapetizione ufficiale indirizzata alla Commissione Europea,sottoscrivendola e invitando più persone possibili a firmare. L’obiettivo:un milione di firme per chiedere all’Uedi offrire“sostegno finanziario agli Stati membriche sarebbero in grado di effettuare l’interruzione sicura della gravidanza, in conformità con la loro legislazione nazionale,per chiunque in Europa non abbia ancora accesso all’aborto sicuro e legale”. Questa soluzione, spiega la pagina dedicata all’iniziativa sulregistro della Commissione europea, potrebbe assumere la forma di un meccanismo di partecipazione aperto agli Stati membri su base volontaria.Coloro che aderiranno riceveranno quindi un sostegno finanziario dall’Ue per compensare il peso di questo sforzo di solidarietà.L’iniziativa, chiariscono i promotori, “non mira ad armonizzare né interferire con le leggi e i regolamenti degli Stati membri, ma rientra piuttosto nella competenza di sostegno dell’Ue, in conformità con le regole stabilite dai trattati europei”. L’iniziativa fa eco all’appello già rivolto alla Commissione dal Parlamento europeo, che nellaDelibera 2022/2665ha chiesto “di sfruttare appieno la sua competenza in materia di politica sanitaria e fornire sostegno agli Stati membri nella garanzia universale di accesso alla SRHR nel quadro del programma EU4Health per il periodo 2021-2027; nel promuovere l’informazione e l’educazione sanitaria; nel rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali e nella convergenza verso l’alto delle norme sanitarie al fine di ridurre le disuguaglianze sanitarie all’interno e tra gli Stati membri”. Appoggiandosi a trattati fondativi, direttive e regolamenti Ue, i promotori mostrano le fondamenta legali dell’iniziativa per spiegare come prevenire l’abortonon sicuro sia una questione di salute pubblica in cuinon solo l’Ue può, ma deve intervenireper sostenere i propri valori e obiettivi. Le donne che non hanno accesso ad aborti sicuri e legali, infatti, “sono private di molti dei loro diritti fondamentali e quindi ridotte a cittadine di seconda classe”. Una situazione che non possiamo più accettare. “Noi, cittadini dell’Ue, vogliamo migliorare sostanzialmente e materialmente la vita delle donne ovunque vivano nella nostra Unione, qualunque siano le condizioni in cui si trovano”, continuano i promotori, aggiungendo che “Il presidente della Commissione europea ha affermato che il loro compito è‘fornire pieno sostegno agli sforzi degli Stati membri nell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibiledelle Nazioni Unite relativi allasalute delle donne,all’accesso universale alle cure sessuali e riproduttive, alla pianificazione familiare e all’istruzione’. […] La nostra iniziativa mira a trasformare queste promesse in realtà e a creare un’Europa più sicura e più giusta che funzioni per tuttǝ”. Il supporto alla campagna uniscemovimenti provenienti da tutta Europa, compresa l’Italia. Nel nostro Paese a sostenere l’iniziativa ci sono realtà come ilmovimento contro la violenza ostetrica e ginecologica #ANCHEAME, l’Associazione Luca Coscioni, BeFree Cooperativa Sociale, Casa Internazionale delle Donne, Eumans, IVG ho abortito e sto benissimo, Laiga (Libera Associazione Italiana Ginecologi per l’Applicazione della 194), Pro-choice rete italiana contraccezione e aborto, Unione Femminile Nazionale. La petizione può essere firmata direttamente sul sito fino al 24 aprile 2025.Per farlo è necessario utilizzare il proprio Spid o fornire i dati di un documento di identità (carta di identità o passaporto), perché una volta terminata la raccolta la dichiarazione di sostegno sarà verificata dalle autorità competenti.

Redazione

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