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Usa: l’80% dei giovani della Gen Z paga con lo smartphone

 

Gli statunitensi appartenenti all Generazione Zconsiderano il portafoglioun accessorio “antiquato”e questo vale sia per i ragazzi che per le ragazze: in generale, sono propriocontantia essere consideratidémodée.Perché dover essere sempre attenti a non perdere questi oggetti o a non dimenticarli quando tutto può essere tenuto nel proprio telefonino? In quattro parole:via libera allo smartphone. Negli Usa i giovanissimi si affidano al cellulare, oltre che per rimanere sempre connessi sui social, per pagare le bollette, la spesa al supermercato, il conto in un ristorante o in un hotel, il parchimetro, ma anche per custodire le varie fidelity card e tessere assicurative. Insomma, dentrolo smartphone c’è proprio tutto il mondo dellaGen Z. Addirittura, alla domanda “E se un negozio non accetta pagamenti virtualiattraverso il cellulare?”, la risposta della maggior parte dei ragazzi e delle ragazze statunitensi (riportata dalNew York Times) è stata: “Nessun problema,non acquisto lì”. In realtà, questa possibilità è remota, perlomeno negli States, dove ormai anche le attività commerciali più piccole e modeste sono al passo con i tempi e accettano pagamenti virtuali attraverso servizi comeApple Pay e Venmo. Il recente sondaggio svolto dalla società di ricercaPymnts Intelligence,condotto su un campione di circa 2.500 cittadini statunitensi, ha rivelato chel’80%degli appartenenti alla Generazione Z pagaesclusivamente con lo smartphonee che questi giovani vorrebbero poter fare di più con il loro device. L’autore dell’articolo delNyt, Brian X. Chen, è un editorialista di 39 anni (unMillennialquindi) e il suo punto di vista è completamente diverso da quello illustrato della Gen Z. Chen, infatti, afferma che per lui è semplicementeimpensabile separarsi dal portafoglio, rinunciare a portare con sé quel piccolo “archivio” di denaro e documenti. Di contro, però, riconosce lapraticità dei pagamenti online. Tuttavia, non è solo la facilità di pagare con lo smartphone che rende i giovani statunitensi una generazione cashless. Per esempio, uno dei ragazzi intervistati ha detto di uscire senza portafoglio perragioni di sicurezza,perché in caso di aggressione il malintenzionato ruberebbe solo il cellulare, protetto da un codice (anche se, ormai, non è più così difficile scoprire una password). Ma spostandoci oltreoceano, qual è laposizione dell’Italia riguardo i pagamenti digitali?Il rapporto dell’European House – Ambrosettici fornisce una panoramica. Dall’indagine è emersa l’immagine di un Paese moderno:in passato, c’è stato il passaggio dal contante alle carte (di credito e di debito) e ai conti correnti bancari online; ora l’obiettivo sono i pagamenti 100% virtuali. Tra i dati più significativi emersi dal sondaggio condotto su oltre 500 esercenti nelle varie Regioni:8 esercizi commercialisu 10 accettano già i pagamentidigitalie, di questi, la metà ha dichiarato di aver venduto di più proprio per questo motivo. A conferma di ciò, gli intervistati hanno dichiarato che,eliminando i pagamenti digitali, le loroattività perderebbero in media il26% della clientela,percentuale che saleal 60%se consideriamo il settore dell’abbigliamento, del cibo, i bar, tabacchi. Altro dato interessante emerso dal rapporto è chele transazioni cashless riduconodel 21% le emissioni di CO2.Infine, gli italiani apprezzano l’opzione“Buy now pay later”:nel 2023, il 40% degli utenti ha effettuato almeno il 10% dei propri acquisti online utilizzando questa formula di rateizzazione dei pagamenti. Tuttavia, tra i tanti aspetti positivi, rimane ildivario tra il Nord e il SudItalia. Infatti, esiste ancora una notevole differenza in termini di competenze digitali tra le due metà del Belpaese. Ma non è solo questione di “feeling” con la tecnologia. Infatti, i commercianti delle Regioni delMeridionesi mostrano maggiormentescettici nei confronti dei pagamenti cashless,considerando il contante più sicuro.

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