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Usa, Defiance Act: la proposta di Ocasio-Cortez per contrastare i deepfake porn

 

Alexandria Ocasio-Cortez, rappresentante Usa del Partito Democratico, ha presentato a marzo ilDisrupt Explicit Forged Images and Non-Consensual Edits Act(noto anche comeDefianceAct), un disegno di legge bipartisan e bicamerale per combattere la “falsificazione digitale” diimmagini non consensuale sessualmente esplicite.Più di 25 organizzazionihanno approvato la legislazione, tra cui ilNational Women’s Law Center, laSexual Violence Prevention Associatione laNational Domestic Violence Hotline. La deputata Ocasio-Cortez, che porta sulle spalle il primato di essere la più giovane donna di sempre a essere stata eletta al Congresso statunitense, è statavittima per anni di immaginideepfakeprodotte dall’intelligenza artificiale. Lei stessa, in occasione della presentazione delDefiance Act,ha dichiarato: «Le vittime dideepfakepornografici non consensuali hanno aspettato troppo prima che la legislazione federale ritenesse colpevoli i responsabili. IlDefiance Actconsentirà alle vittime didifendere finalmente la propria reputazioneeintraprendere un’azione civilecontro gli individui che hanno prodotto, distribuito o ricevuto falsificazioni digitali. Sono grata di guidare questa legislazione con il senatore Dick Durbin, insieme ai miei colleghi democratici e repubblicani sia alla Camera che al Senato». Infatti, come specificato anche dalla rivistaThe Rolling Stone, ilDefiance Actera arrivato alSenatoil 30 gennaio, pochi giorni dopo il caso che ha vistola cantanteTaylor Swiftvittima della stessa molestia. Il 7 marzo, poi, laCameraha presentato un disegno di legge complementare per fare in modo che entrambi gli organi del Congresso avessero la possibilità di esaminare contemporaneamente la legislazione. Questa proposta di legge arriva, quindi, in un momento in cui gli Stati Uniti d’America si ritrovano impelagati in questo torbido fenomeno. La cantante pop Taylor Swift si è vista, non molte settimane fa,ritratta completamente nuda in uno stadio, con addosso occhi insistenti di decine di tifosi. Le stesse immagini sono state poi diffuse su internet, arrivando a oltre 47 milioni di visualizzazioni. Questo caso non è stato però l’unico. Anche il cantanteHarry Styles, per citare un solo altro esempio, è stato rappresentato indeshabillésu uno sfondo scuro con addome e fasce muscolari ben definite. Il problema è proprio qui: questa manipolazione è frutto di un processo che allarga sempre di più le mura digitali del diritto e del consentito. In un mondo virtuale, che vive di filtri e reality, quest’uso malsano dell’intelligenza artificialenon stupisce poi così tanto. IlDefiance Act, pur non essendo il primo tentativo di contrasto aideepfake(prima di lui ci sono stati infatti ilDeepFakes Accountability Actdel 2019 e ilPreventing Deepfakes of Intimate Images Actdel 2023), potrebbe diventare lapima legge federale a proteggere davvero le vittimedi questo limaccioso fenomeno. Nello specifico, si appresta a regolare quelle che definisce “falsificazioni digitali”, ovvero le rappresentazioni visive “create attraverso l’uso di software, apprendimento automatico, intelligenza artificiale o qualsiasi altro mezzo generato dal computer per sembrare autentiche”.Secondo il testo,le vittime possono intentare un’azione civilecontro i responsabili della creazione, distribuzione o visualizzazione di undeepfakeintimo creato senza consenso sulla propria immagine eottenere un risarcimento danni pari a 150.000 dollari. In aggiunta, il tribunale può emettere “un’ordinanza restrittivatemporanea, un’ingiunzione preliminare o un’ingiunzione permanenteche ordini al convenuto di cessare la visualizzazione o la divulgazione della rappresentazione visiva intima o della contraffazione digitale”. Il fenomeno largamente esteso deideepfake pornben materializza l’adrenalina del non concesso, che spinge fino allamanipolazione di volti e corpi per farne merce di desiderio e scandalo. Parti del corpo usate come ricatto, come provocazione, come scherno, come gusto del proibito. Lafame di osservare ancora più in là, in una bulimia che non sazia mai di ciò che già vediamo, tra atrocità e frivolezze, ma vuole altro e ne vuole in quantità sempre maggiore. Siamo davanti allarottura del patto di fiducia web-utente: proprio quel mezzo tecnologico di cui ci serviamo quotidianamente (e a cui conferiamo estrema fiducia, spesso) improvvisamente diventa l’arma del delitto. Ma allora, dove bisognava fermarsi? C’è stato un momento in cui non ci siamo resi conto che le cose ci sfuggivano davvero di mano? Ormai, però,i confini sembrano essere valicatie basta un volto famoso per credere di detenere la concessione di manipolarlo. Indietro non si torna: bisogna quindi posizionare cerotti e bende. IlDefiance Actsembrerebbe andare proprio in questa direzione.

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