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The Line: battuta d’arresto per il progetto della megalopoli saudita tecno-sostenibile

 

Il progetto dellafutura megalopoli sauditaThe Linesembra destinato a esserenotevolmente ridimensionato a causa degli ingenti costiinfrastrutturali. La visione di unacittà tecno-sostenibile, costruita nel deserto, era stata presentata nel 2021 dal principe ereditario Mohammed bin Salman come obiettivo prioritario perinnovare il Paese. Il leader dell’Arabia Sauditaaveva annunciato l’intenzione ditrasformare progressivamente l’economia del regnosecondo l’ambizioso programmaVision 2030,riducendo la dipendenza dalle risorse fossilie aumentando le componenti a elevato valore aggiunto, dal settore green all’alta finanza. La nuova megalopoli avrebbe dovuto estendersi per 170 kmattraversando come una sorta di linea diverse aree dell’Arabia Saudita, implementandonuove zone abitali a zero emissioni, resort per turisti, centri di ricerca, alimentati al 100% dalle energie rinnovabili. L’ambizioso progetto, concepito comeun’innovativa città lineare per 9 milioni di persone, rientra tuttora nella più estesa e complessa operazione urbanistica intitolataNeom, destinata a cambiare il volto del Paese entro il 2038. Ma le aspettative iniziali, così come i tempi di costruzione, hanno subito numerosi cambiamenti a causa delmoltiplicarsi dei costi complessividiNeom, chepotrebbero superare i 1500 miliardi di dollari.Secondol’agenzia stampa internazionaleBloomberg Newsi funzionari sauditi avrebbero deciso dicancellare numerosi appalti, decidendo dicompletare solo 2,4 km per il 2030. Altri progetti minori invece verranno spostati al decennio successivo. Le preoccupazioni sono sorte per lastabilità dei conti pubblici, messi sotto pressione daifuturi Giochi invernali asiatici del 2029, da altri investimenti del regno e dalcalo dei profitti derivanti dalle esportazioni petrolifere. Il budget complessivo diNeomper il 2024 non ha ancora ricevuto l’approvazione definitiva, mentre il fondo sauditaPublic Investment Fund(Pif) potrebbe necessitare di ulteriori cospicui contributi: «È sconcertante la quantità di cose che si sta tentando di fare qui. Si stima che il governo potrebbe dover contribuire con altri 270 miliardi di dollari alPifentro il 2030», hadichiaratoTim Callen, visiting fellow del think tankArab Gulf States Institutedi Washington. Fin dalle fasi iniziali la megalopliThe Lineaveva suscitatonumerose polemiche internazionali, tanto che il giornalista statunitense Robert Worthaffermònel 2021: «Guardare il video promozionale del principe ereditario è come essere immersi in unadistintiva forma di arroganza saudita, che mescola trionfalismo religioso e grandiosità reale». Altre critiche erano arrivate soprattutto dalle ong impegnate a difendere i diritti umani, in quanto la costruzione della città avrebbe finito perintaccare le terre ancestrali della tribù Howeitat, già perseguitata per aver opposto resistenza. Inoltre, le Ong ambientaliste avevano denunciato ripetutamente itentativi digreenwashingda parte delle autorità saudite, sottolineando la pericolosità del mega-progetto per gli uccelli, essendo dotato quasi completamente di superfici a specchio: «Gli uccelli che volano contro le alte finestre sono un problema serio, e questo è un edificio alto 500 metri che attraversa l’Arabia Saudita, con mulini a vento in cima. È anche una specie di specchio, non lo vedi davvero. Quindi, a meno che non facciano qualcosa al riguardo, c’è il serio rischio che si verifichinomolti danni per gli uccelli migratori» ha denunciato il professor William Sutherland, direttore della ricerca del dipartimento di zoologia dellaUniversity of Cambrigde.

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