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L’aborto verrà inserito nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue

 

Dopo la Francia,una svolta perl’abortoarriva direttamente dal cuore dell’Ue: ildiritto all’interruzione volontaria di gravidanza è stato inserito nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione. La risoluzione, votata oggi in aula a Strasburgo, è passata con336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni.Va detto che il risultato di questa risoluzione è parziale: per la piena applicazione ci sarebbe dovuto essere il voto unanime di tutti i paesi dell’Unione europea. Il Parlamento ha infatti richiestoa Poloniae a Maltal’abrogazione delle leggi che vietano o limitano pesantemente l’aborto. Aborto: dagli Usa all’Ue Le prime richieste del Parlamento europeo sul tema deldiritto all’abortocome diritto inalienabile della salute delle donne e delle persone con utero erano statepresentate il9 giugno 2022con una prima risoluzione che aveva ribadito lanecessità di tutelare le donne che intendono abortire,chiedendo agli Stati membri di ridurre le limitazioni all’accesso alle cure, a partire dall’alto numero di medici e personale obiettore di coscienza. Sempre nel 2022, a giugno, la Corte Suprema degliStati Unitiha deciso diannullare la protezione garantitaconsentendo a ogni Stato di limitare o vietare l’aborto. Per questo motivo, a luglio dello stesso anno,ideputati europei hanno iniziato a esprimere la propria preoccupazioneper un possibile aumento del flusso di denaro per finanziare gruppi anti-genere e pro-life nel mondo,esortando i Paesi membri a depenalizzare l’aborto, a eliminare e combattere le rimanenti restrizioni giuridiche, finanziarie, sociali e pratiche. “I Paesi Ue dovrebbero garantire l’accesso a servizi di aborto sicuri, legali e gratuiti, a servizi di assistenza sanitaria prenatale e materna, alla pianificazione familiare volontaria, a servizi adatti ai giovani, nonché alla prevenzione, al trattamento e al sostegno nella lotta all’Hiv, senza discriminazione alcuna – spiegava a luglio 2022 il Parlamento Ue – La Commissione e gli Stati membri dovrebbero intensificare il loro sostegno politico a favore dei difensori dei diritti umani e dei prestatori di assistenza sanitaria che lavorano per far progredire la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti(Sexual and reproductive health and rights – Srhr)”. Il Parlamento europeo ha poi successivamente discusso il tema a Strasburgo il 14 marzo 2024, esortando gli Stati membri a garantire alle donne l’accesso all’aborto sicuro e legale. Le incognite e la svolta europea Dopo il voto di oggi al Parlamento, la domanda che sorge è: questo traguardo (che segue la Francia e il suo inserimento in Costituzione del diritto all’aborto) sarà l’apripista per nuove decisioni relative all’Ivg sicura e legale, anche per portare un cambiamento al di là dei confini europei? All’interno del testo approvato, gli eurodeputati chiedono che l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue sia modificato, dichiarando chetutte le persone hanno «il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttivae a tutti i servizi sanitari correlati senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale». Un voto prima di tutto politico, dunque, che sancisce un traguardo storico per l’Unione, anche se con alcuni voti contrari. Ma la più grande incognita rimane quella legata allareale applicazione delle misuresu un terreno che non è di competenza dell’Unione Europea ma dei singoli Stati.

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