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Usa: cresce la dipendenza da beta-bloccanti per controllare l’ansia

 

Ansia in vista di un colloquio di lavoro oppure? Nervosismo alla vigilia di un appuntamento importante? Sono molte le situazioni che nella vita di tutti i giorni possono provocarci stress e agitazione:la soluzione èimparare (o almeno tentare) acontrollare queste emozionisenza lasciarci sopraffare, credere in noi stessi e nelle nostre capacità, mantenere lacalma e la lucidità. Ma negliStati Unitile persone vengono bombardate di messaggi che inducono a pensare che con una pastiglia in pochi minuti il problema si risolverà da solo: la nostra ansia svanirà e faremo un figurone al colloquio di lavoro oppure all’appuntamento a cui teniamo tanto. La soluzione proposta da alcune startup è l’acquisto di un beta-bloccante,ovvero un farmaco in grado dirallentare la frequenza cardiaca e abbassare la pressione sanguigna. “Non sarete più sudati e vacillanti. Assunzione facile, effetto rapido, basta ansia in 15 minuti”, recita uno degli slogan pubblicitari utilizzati dalle aziende per incentivare l’acquisto di questi farmaci.Alcuni beta-bloccanti sono statiapprovati negli Stati UnitidallaFood and Drug Administrationma non per combattere gli stati d’ansia:per esempio, il propranololo cloridrato viene prescritto per il dolore toracico, per prevenire l’emicrania, per i tremori involontari, per regolarizzare i ritmi cardiaci. Anche se in linea generalei beta-bloccanti sono considerati sicuri,i medici lanciano l’allarme perché in realtà possono generareeffetti collateralispiacevoli e, pertanto, raccomandano di non abusarne e soprattutto di assumerlisolo previo consulto con il proprio medico. Tra questieffetti:vertigini, sensazione di affaticamento generalizzato, mani o piedi freddi, disturbi del sonno, nausea, diarrea e, in alcuni casi anche se non frequenti, difficoltà respiratorie. Inoltre, i beta-bloccanti potrebbero creare problemi a persone malate didiabeteoppure con pressione bassa, bradicardia (cioè battito cardiaco lento) o a chi soffre diasmao altre patologie polmonari. La dottoressa Yvette I. Sheline, professoressa di psichiatria presso laPerelman School of Medicinedell’Università della Pennsylvania, ha rilevato un notevoleaumento della popolazione che si affida ai beta-bloccanti:Sheline ha ribadito che per superare uno stato d’ansia o un blocco psicologico bisogna lavorare su sulle emozioni, ragionando sul perché all’improvviso ci agitiamo, sudiamo e i nostri battiti cardiaci schizzano. Invece, ingoiando un beta-bloccante, ciò che otteniamoè solo l’eliminazione dei sintomi fisici legati al nostro stato di agitazione. Gli slogan con cui questi prodotti vengono continuamente proposti come la soluzione rapida ed efficace al problema, la facilità di reperirli online, sono i due fattori principali che hanno dato una notevole spinta nella direzione delconsumo abituale di questi farmaci. In qualità di psichiatra, Sheline ha ricordato che il compito dello specialista in questo caso èanalizzare accuratamente chi si ha di fronte.La prima cosa da fare è riconoscerese il soggetto è ansiosoo depresso;dopodiché, se si tratta di un’ansia cronica, se è dovuta al fatto che questa persona sta vivendo un momento particolarmente difficile della sua vita o ancora se si tratta della momentanea preoccupazione pre-prestazione (per un candidato che deve affrontare un colloquio oppure un artista con il timore del palcoscenico, per esempio). Per il medico è fondamentale riconoscere la natura dello stato d’ansia per non commettere un errore nella prescrizione della terapia al paziente. Ma cosa succede esattamente al nostro corpo quando veniamo presi dall’ansia?Il nervosismo e lo stress induce ci fa produrreadrenalina, che “segnala” al nostro cuore di battere più velocemente e restringe i vasi sanguigni. Di conseguenza, il respiro accelera e noi iniziamo a sudare. In parole semplici,i beta-bloccanti intervengono fermando l’attività dell’adrenalina.Ma è solo un temporaneoeffetto placebo. Infatti, come dichiarato dalla dottoressa Regine Galanti, psicologa a, New York, specializzata nel trattamento di persone che soffrono di disturbi d’ansia, in realtà le preoccupazioni rimangono nella mente del paziente:mentre i battiti cardiaci e la pressione sanguigna sono “tranquilli”, il cervello “corre” e continua a rimuginare su ciò che provoca stress e preoccupazione.Ciò significa cheassumere beta-bloccanti è un modo per non vedere le nostre paure, non per superarle. Per le persone che si trovano a fronteggiare frequentemente situazioni cariche di agitazione, il consiglio degli esperti è allontanarsi dai beta-bloccanti eavvicinarsi alletecniche di respirazione e meditazioneoltre che seguire un’appositaterapia di esposizione. In questo modo, infatti, anziché chiudere gli occhi di fronte a ciò che ci procura ansia, impareremo a confrontarci serenamente con quello che ci rende nervosi. Come affermato da Galanti, “Mascherare i sintomi dell’ansia non ti insegnerà a gestire l’ansia”.

Redazione

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