A febbraio il Parlamento europeo ha dato ilvia liberaallaLegge sul Ripristino della Natura. Il provvedimento, di portata storica, è stato approvato in un contesto tesissimo,tra leproteste degli agricoltori e i tentativi di veto da parte del Partito Popolare Europeo(Epp). Ora, l’ultima parola spetterà alConsiglio dell’Unione europea, per approvare in via definitiva il testo. Il nuovo regolamento punta alripristino degli ecosistemi degradati negli Stati membri dell’Unione, alraggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversitàe al miglioramento dellasicurezza alimentare. Per conseguire gli obiettivi,entro il 2030 gli Stati membri dovranno ripristinare lo stato degli habitat di almeno il 30%(foreste, praterie e zone umide, fiumi, laghi e coralli). Questa percentualeaumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. Inoltre, gli Stati dovranno garantire che le aree ripristinatenon vengano deteriorate nuovamente. Entro la fine del decenniodovranno essere piantati 3 miliardi di alberi;la norma inciderà anche suiterreniagricoli, per esempio attraverso ilripristino delle torbiere, cioè gli acquitrini spesso prosciugati in passato per fare posto alle coltivazioni. Sui terreni agricoli gli Stati dovrebbero attuaremisure in almeno 2 di 3 indicatori,per raggiungere gli obiettivi: l’indice dellefarfalle delle praterie, la quota di terreni agricoli concaratteristiche paesaggistiche a elevata diversitàe lostock di carbonio organico nel suolo minerale delle terre coltivate. Perriumidificare letorbiere, è previsto il ripristino del 30% delle drenate a uso agricolo entro il 2030, il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050. Le misure per migliorare le condizioni delle foreste saranno obbligatorie,aumentando il numero di specie arboree presenti e la loro resilienza ai cambiamenti climatici. Le zone umide, infatti, sono importanti per la protezione degli ecosistemi perchéintrappolano una quantità di Co2 due volte superiore rispetto a tutte le foreste del Pianeta,contribuiscono a rendere l’acqua potabile, depurandola dagli agenti inquinanti eriducono il rischio di inondazioni. Tuttavia, sono state ridotte nel tempoa causa della deforestazione e del drenaggio, nonché per l’attività estrattiva ditorba, usato come concime e a volte come carburante. Gli Stati membri saranno chiamati a redigere, entro il 2026,piani nazionali per il ripristinoe dovranno aggiornare annualmente la Commissione europea sui progressi e sull’applicazione effettiva dellalegge. In totale, i piani da stilare sono 3 e si estendono ai periodi2026-2032,2032-2042,2042-2050. In virtù di possibili rischi per la sicurezza alimentare nel medio-breve termine, è stato introdotto un “freno d’emergenza”:nel2033la Commissionevaluterà l’impatto dellaleggein termini di efficienza e di efficacia. Inoltre, è prevista lasospensione del regolamento per un anno in caso di “eventi imprevedibili ed eccezionali fuori dal controllo dell’Ue e con gravi conseguenze a livello comunitario per la sicurezza alimentare”. Quest’ultima misura rafforza un principio già esistente nel diritto internazionale, che prevede proprio l’esenzione dall’applicazione di un trattato per “cause di forza maggiore, imprevedibili e irresistibile”. L’iter legislativo è stato complesso. Nell’ultimo anno, ilcambio di posizione del Ppe -Partito Popolare Europeo, inizialmente aperto a negoziare, ha causatodifficoltà nell’approvazione del testo durante le votazioni dell’Eurocamera tenutesi lo scorso anno. Nel corso dei lavori nellaCommissione per la pesca e l’agricoltura, la proposta era stata oggetto diforti opposizioni da parte dei gruppi conservatori. Nonostante ciò, il testo è stato approvato sia all’Eurocamera a luglio, con 336 voti favorevoli, 300 voti contrari e 13 astenuti, che inCommissione per la sanità e l’ambiente(Envi) dove l’accordo è passato con 53 voti favorevoli, 28 contrari e 4 astenuti e dove è stato approvato il compromesso raggiunto nel Trilogo,tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue. A ciò si sono aggiunte lenumeroseproteste degli agricoltoriche il 26 febbraio scorso, giorno in cui si riunivano i Ministri dell’Agricoltura europei, hanno paralizzato Bruxelles e dato luogo a scontri con la polizia e delleassociazioni di categoria. Su tutte, spicca la posizione diColdiretti, che sostiene che la legge porterà alcrollo della produzione agricola. Ma quella per il ripristino della natura è una legge necessaria,anche in termini economici. SecondoIpbes, la piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici,l’81% degli habitat è in pessime condizioniela distruzione della fauna selvatica si stima avrà enormi impatti sulle aziende agricole, a causa dell’alterazione degli equilibri naturali, nonché per la diminuzione degli impollinatori e il deterioramento del suolo. Secondo la Commissione europea, nella sua valutazione d’impatto della legge, “i benefici monetari del ripristino degli habitat prioritari dell’Ue sono stimati a circa 1.860 miliardi di euro, con costi stimati a circa 154 miliardi di euro”. Ciò si traduce in unguadagno netto di circa 1.706 miliardi di euro. Il tutto si ripercuoterà anche sullecomunità locali. Se si considerano i benefici diretti complessivi diNatura 2000(una rete di aree protette che copre le specie e gli habitat più preziosi e minacciati d’Europa), si arriva a200-300 miliardi di euro all’anno. Tuttavia, come stima ilBoston Consulting Group, l’agricoltura rigenerativa non darà subito i suoi frutti: si stimaun calo iniziale dei profitti potenziale fino al 50%, sebbene nel medio periodo i profitti per ettaro stimati supereranno del 40% le pratiche agricole convenzionali. E anche lestimedella Commissione sono ottimistiche:per ogni euro investito nel ripristino dei terreni, il ricavo si aggirerà tra 8 e 38 euro. Tra le associazioni ambientaliste le reazioni sono state varie.Seas At Risksostiene come queste normenon siano adeguate all’impegno richiesto nella lotta al climate change. Altre organizzazioni sottolineano invecesoddisfazione per l’approvazione del documento, come ilWwfeBirdLife, mentreGreenpeace, che accoglie con favore il regolamento, sottolineal’indebolimento del testo nel corso dell’iter parlamentare.
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